Ultimo aggiornamento alle 18:05
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

Manna vuole costruire un ghetto per migranti a Rende

Il fenomeno migratorio che da anni interessa il nostro Continente e le grandi metropoli europee, sta, da tempo, coinvolgendo anche Rende. Difatti, è palese che sia cresciuto notevolmente il numero …

Pubblicato il: 07/08/2016 – 10:48

Il fenomeno migratorio che da anni interessa il nostro Continente e le grandi metropoli europee, sta, da tempo, coinvolgendo anche Rende. Difatti, è palese che sia cresciuto notevolmente il numero di migranti presenti in Città ed è altrettanto lapalissiano che gli stessi non vivano in condizioni di vita dignitose. Tutt’altro. Queste persone, ormai, affollano le strade e le uscite degli esercizi commerciali per racimolare qualche spicciolo necessario all’ordinaria sussistenza, sfidando anche il caldo e il sole agostani. Pare, oltretutto, che ne stiano arrivando altre centinaia (si parla di numeri compresi tra 300/500, se non di più). Di tutta risposta a tale fenomeno, l’amministrazione comunale, nella persona del sindaco Marcello Manna, pare abbia predisposto, saltando qualsiasi consultazione con i gruppi consiliari, con le Onlus competenti, ma soprattutto con i cittadini, un piano di collocazione degli stranieri in grandi strutture da riqualificare situate nel territorio. E’ strano come questi ingenti arrivi e questo piano di riordino di enormi “quote” di migranti, passino sotto traccia nelle sedi Istituzionali e che vengano svelati solo da qualche giorno grazie all’interesse dei cittadini e dalla conferma del primo cittadino in un’intervista di 4 giorni addietro. Ed è ancora più strano che tutto ciò stia accadendo in un momento in cui ci si può “distrarre” dalle tematiche politiche e in cui l’opinione pubblica tende ad interessarsi poco del suo territorio, è pur sempre Agosto. Da ciò si potrebbe desumere che Manna non ha avuto il giusto “polso” con il prefetto e che si è lasciato chiaramente soggiogare dalle speculazioni di qualche imprenditore che considera l’accoglienza come un business e non come una questione di umanità.
Oltretutto, affrontare, il fenomeno migratorio attraverso un iter di sistemazione in mega strutture nei quartieri rendesi, comporterebbe tramutare il fenomeno in “problema”. Infatti, creare veri e propri luoghi in cui si affollano grandi numeri di stranieri, vorrebbe dire trasformare una città storicamente baluardo dell’uguaglianza, dettata dalle politiche riformiste, in una città dei ghetti: l’integrazione raggiunge il massimo dell’efficienza basandosi su un ragionevole scaglionamento delle quote e non ammassando persone in strutture inidonee. Manna ignora il fatto che queste politiche barbare e frettolose, contraddicono in toto qualsivoglia opera di integrazione del migrante nel nostro territorio che ha bisogno di tutto tranne che di una nuova “guerra fra poveri”. E’ chiaro che si potrebbero aprire gravissimi scenari in chiave di coesione sociale ed integrazione tra culture. Ed è ancora più chiaro che la ghettizzazione è il primo nemico della realizzazione di una Città multiculturale in cui, così come affermava Norberto Bobbio, “vengono resi uguali i diseguali”. Rende, infatti, è stata da sempre un modello di eguaglianza ed integrazione, soprattutto nei confronti dei migranti. Ricordiamo, su tutto, La Casa dei Migranti di contrada Concistocchi, in cui si è realizzata vera solidarietà e socializzazione attraverso l’Orto del Migrante. Rende, dunque, non necessita di ghetti o quartieri ad hoc per migranti. Sebbene il cittadino Rendese abbia mostrato sempre un atteggiamento solidaristico e aperto alle altre culture, ha necessità di avere risposte chiare, efficaci ed efficienti. E’ opportuno che il Sindaco Manna si informi meglio, dai suoi colleghi, su come gestire il fenomeno, magari facendo riferimento a Riace oppure ai modelli della Lucania che hanno dato attuazione concreta al metodo “dell’accoglienza diffusa”, come alternativa alla ghettizzazione. Tale metodo prevede che il numero complessivo dei migranti venga “spalmato” su alcuni comuni, evitando, così, le grandi concentrazioni che potrebbero diventare problematiche soprattutto nella nostra comunità: la creazione di queste grosse strutture di accoglienza significherebbe anche fomentare la criminalità. Tuttavia, il sistema che proporrebbe l’attuale sindaco rasenterebbe le peggiori politiche xenofobe e leghiste che, purtroppo, si stanno diffondendo rispettivamente nei Paesi dell’Est Europeo e nel Nord Italia. Rende, invece, ha da sempre perseguito altri ideali, all’insegna del riformismo, dell’uguaglianza e del multiculturalismo. E’ opportuno, inoltre, che Rende non sconti la sua debolezza politica nel contesto provinciale e regionale pagando prezzi così alti. Il Circolo LabDem Rende, quindi, ritiene che siano necessarie politiche di accoglienza ragionate nelle sedi opportune ed altrettanto funzionali alla completa integrazione nel tessuto sociale rendese, ma si fa anche portavoce delle istanze della comunità Rendese riguardo le migliaia di migranti in arrivo e chiede all’amministrazione un responso celere e risoluto.

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x