BOLOGNA I docenti “Partigiani della scuola pubblica” replicano con «il caso non certo isolato di una insegnante calabrese, madre di un bambino autistico grave, sbattuta senza riguardo di precedenza per la seconda volta a Prato», alle dichiarazioni della senatrice Francesca Puglisi, responsabile scuola del Pd, che ha ipotizzato errori nelle domande degli insegnanti difendendo un «algoritmo impazzito». «L’algoritmo su cui continua a fantasticare chi vuole speculare sul disagio che inevitabilmente deve affrontare chi ha scelto di accettare un contratto a tempo indeterminato – ha sottolineato ieri Puglisi – non è altro che il meccanismo di calcolo di punteggi e titoli decisi con accordo sindacale. Chi pensa di aver fatto errori nella compilazione della domanda può rivolgersi all’ufficio scolastico regionale». Secondo i docenti si tratta invece di «un algoritmo che gioca con la vita delle persone», come nel caso dell’insegnante calabrese: «È un abuso previsto dal piano assunzioni dell’anno scorso» che ha spedito lei, «beneficiaria della legge 104, immessa in ruolo nella fase b a Prato nel sostegno scuola media» (e quest’anno, nuovamente «è stata assegnata a Prato»): mentre suoi colleghi «hanno ottenuto poi un’assegnazione in regione, lei, unica e sola, ha dovuto sobbarcarsi 9 mesi di servizio ininterrotto percorrendo 2000 chilometri a settimana», spendendo «oltre il suo stipendio oltretutto ridotto dal declassamento». Una «situazione drammatica» frutto della «iniquità e incostituzionalità – affermano – del sistema di reclutamento della legge 107/2015 che disconosceva per gli accompagnatori beneficiari della legge 104 la possibilità di far valere il proprio diritto di precedenza».
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