LAMEZIA TERME Un nuovo capitolo potrebbe aprirsi nella vicenda del sequestro e della rapina dell’avvocato C.S., noto legale del foro di Lamezia Terme, segregato lo scorso 12 gennaio, per tre ore, in una cella frigorifera in disuso, dopo essere stato derubato, sotto la minaccia di una pistola semiautomatica, e costretto a firmare un contratto di vendita di un terreno in favore dei suoi sequestratori.
Dopo l’arresto, il 22 luglio, di Michelangelo Gabriele Cunsolo, 52 anni, e Antonella De Vito, 46, rispettivamente marito e moglie, accusati di rapina a mano armata e sequestro di persona, carabinieri della stazione Lamezia Terme Scalo unitamente ai militari dell’aliquota radiomobile della Compagnia di Lamezia, hanno tratto in arresto tre donne, D.M.A., 79 anni, C.M.T.C., 54 anni, e C.V., 48 anni, per il reato, in concorso tra loro, di ricettazione, detenzione e porto abusivo di arma clandestina e relativo munizionamento. Si tratta della madre e delle due sorelle di Cunsolo.
I militari, nel corso di uno specifico controllo, hanno trovato nel soggiorno di casa delle tre donne “beretta” modello 70 calibro 7,65, con matricola abrasa, e due caricatori contenenti complessivamente sedici cartucce dello stesso calibro. L’arma si trovava all’interno di una vetrinetta, avvolta in un panno. Dopo il rinvenimento, le tre donne sono state condotte in caserma e dichiarate in stato di arresto. Per tutte sono stati disposti gli arresti domiciliari in attesa di udienza di convalida dinanzi al gip. Due delle tre donne sono state successivamente liberate mentre una, C.M.T.C, è stata nuovamente ristretta agli arresti domiciliari.
ale. tru.
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