ROMA Estradato dal Marocco in Italia il narcotrafficante Marco Torello Rollero, già inserito nella lista dei 100 latitanti più pericolosi e arrestato nell’aprile 2015 nel Paese africano su input della Guardia di finanza, dall’Interpol e della Direzione centrale per i servizi antidroga. L’uomo, 61 anni, arrivato nella tarda serata di ieri a Fiumcino, è stato assicurato alla giustizia italiana dai finanzieri del Gico e dagli agenti della Polizia di frontiera aerea. La trentennale “carriera” di Rollero gli ha consentito, secondo gli investigatori, di qualificarsi come «uno dei principali broker mondiali della droga, conosciuti anche all’estero, strettamente legato a diverse cosche di ‘ndrangheta e al centro di interessi di ogni genere sull’asse Italia -Sudamerica – Marocco (dove, nel frattempo, si era rifugiato per sottrarsi alla cattura)». Prima dell’arresto, il narcotrafficante era stato oggetto di un’articolata indagine (conosciuta come operazione “Buena Hora 2”), condotta dagli specialisti del Gico del Nucleo di polizia tributaria di Roma e coordinata dalla Dda capitolina, che aveva riguardato alcuni esponenti della ‘ndrangheta, stanziatisi, nel tempo, proprio nella capitale. L’inchiesta era culminata, nel gennaio 2015, in un provvedimento di cattura a carico di 35 soggetti, accusati, a vario titolo, di diversi reati, aggravati dall’aver favorito la ‘ndrangheta. Nella circostanza Rollero era riuscito a fuggire e a riparare in Marocco. I successivi approfondimenti, finalizzati alla ricerca del latitante, hanno consentito di accertare come il ricercato fosse in grado di inviare settimanalmente, dal Marocco all’Italia, circa 1000 chili di stupefacente. La droga – cocaina dal Sudamerica e hashish dall’Africa – era importata anche per conto di soggetti contigui a cosche di ‘ndrangheta di San Luca, quali i “Giorgi alias Cicero” e i “Mammoliti alias Fischiante”.
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