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SHOCK A LAMEZIA | Vivacissimo e poliedrico, chi era l'avvocato ucciso

LAMEZIA TERME «Vivacissimo, poliedrico, amante della logica e del diritto, sia nel campo penale che nel civile». Fin da giovanissimo, ancora non laureato Francesco Pagliuso, originario di Soveria M…

Pubblicato il: 10/08/2016 – 10:06
SHOCK A LAMEZIA | Vivacissimo e poliedrico, chi era l'avvocato ucciso

LAMEZIA TERME «Vivacissimo, poliedrico, amante della logica e del diritto, sia nel campo penale che nel civile». Fin da giovanissimo, ancora non laureato Francesco Pagliuso, originario di Soveria Mannelli, seguiva le udienze dei maestri del foro lametino per imparare da loro, per alimentare quell’entusiasmo che lo caratterizzava. Adesso, proprio uno di quei maestri che Pagliuso stimava di più, attonito, non può che richiamare il ricordo del giovane avvocato, ucciso a 43 anni mentre rientrava a casa nella notte tra lunedì e martedì. «Un gesto grave, atroce – commenta l’avvocato Pino Zofrea, decano dell’ordine e presidente della Camera penale di Lamezia Terme – un gesto che lascia agghiacciato l’animo, ci sentiamo smarriti». Due colpi di pistola, di cui uno che lo ha raggiunto alla testa hanno reciso la vita di uno dei penalisti più noti e più giovani d’Italia. «Un ragazzo di elevata intelligenza e, cosa più importante di tutte, deontologicamente corretto», prosegue Zofrea. Il presidente della Camera Penale descrive l’avvocato Pagliuso come «l’anima della Camera Penale di cui era segretario, pronto a prendere l’iniziativa, brillante nel rappresentarla nelle manifestazioni pubbliche». 
Un delitto, quello del legale, che ha scosso l’ambiente forense e non solo. Sul luogo del delitto, in via Marconi, è arrivato, visibilmente scosso, anche il presidente del Tribunale, Bruno Brattoli.

presidente tribunale lamezia
(Bruno Brattoli, presidente del Tribunale di Lamezia, sul luogo del delitto)

Davanti al cancello dell’abitazione della vittima ci sono ancora le tracce di una notte di indagini e sopralluoghi. Brick di caffè, bottiglie d’acqua. I carabinieri del comando provinciale di Catanzaro e della Compagnia di Lamezia Terme hanno lasciato il luogo del delitto solo intorno alle otto del mattino, quando l’automobile della vittima, una Volkswagen, è stata portata via. A Lamezia Terme, in una Procura semivuota per le ferie estive, in molti sono rientrati. Le prime indagini si sono naturalmente rivolte all’attività professionale di Francesco Pagliuso, ai grandi processi di ‘ndrangheta che lo vedevano impegnato, e non solo sul territorio lametino. Si pensi ad Alchemia, su Reggio Calabria, Black Money, Vibonese, Andromeda, procedimento nel quale, insieme ad altri legali, difendeva l’imprenditore Franco Perri e anche il duplice omicidio di Decollatura per il quale la Cassazione lo scorso giugno aveva annullato i due ergastoli di Domenico e Giovanni Mezzatesta. 
Il fascicolo aperto sul delitto Pagliuso, al momento, è di competenza della Procura di Lamezia Terme. Solo ulteriori sviluppi potrebbero destinare il caso alla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. L’avvocato – che collaborava anche con l’Università di Pisa – aveva anche investito in attività imprenditoriali, attività finanziarie e nella ristorazione. Voglia di arrivare, con tenacia. Questo ha caratterizzato la vita del giovane avvocato, spinta da un’onda energica in ogni suo aspetto. Compreso il matrimonio, poi naufragato, celebrato a Parigi. Un amore dal quale era nato il figlioletto, oggi sei anni, legatissimo al padre.
«Oggi un’altra pagina buia, molto buia, è stata scritta in questa città! – scrive su Facebook il presidente dell’Ordine degli avvocati, Antonello Bevilacqua – Lamezia da qualche anno aveva rialzato la testa e questo triste e gravissimo delitto fa di nuovo comparire una vecchia ed opprimente cappa che sembrava essere stata allontanata. La morte violenta di una persona lascia sempre sconcertati soprattutto quando le modalità sono quelle scelte in questo ed in tanti altri tristi delitti. La morte di un avvocato poi colpisce oltre che la città anche una intera categoria di professionisti che si occupano giornalmente dei problemi e delle angosce dei propri assistiti. Attendiamo con fiducia gli esiti delle indagini e ci stringiamo tutti attorno a Francesco ed ai suoi familiari in questo momento terribile!».

Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it

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