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Sanità, il decreto che inguaia le Asp

CATANZARO Pagare i debiti per produrne altri. Il nuovo decreto dei commissari alla Sanità per l’assegnazione della quota integrativa 2009 agli istituti privati rischia di danneggiare ulteriormente …

Pubblicato il: 11/08/2016 – 17:28
Sanità, il decreto che inguaia le Asp

CATANZARO Pagare i debiti per produrne altri. Il nuovo decreto dei commissari alla Sanità per l’assegnazione della quota integrativa 2009 agli istituti privati rischia di danneggiare ulteriormente le già malconce casse delle Asp di Catanzaro, Cosenza e Crotone. Con un possibile effetto: aumentare il loro passivo e, di conseguenza, prolungare la durata del Piano di rientro sanitario.
Il decreto 87, firmato da Massimo Scura e Andrea Urbani lo scorso 9 agosto, prevede l’erogazione a favore delle Aziende provinciali di circa 25 milioni relativi ai “premi” maturati nel 2009, ma anche il contestuale pagamento di 37 milioni per saldare i debiti con le strutture di assistenza territoriale. La differenza è di 12 milioni, che dovranno essere sborsati entro il 30 settembre dalle tre Asp. Un impegno economico non da poco che potrebbe destabilizzare i già fragili equilibri finanziari delle Aziende.

L’ACCORDO La decisione, cristallizzata nel decreto, segue l’accordo transattivo siglato il 16 giugno tra i due commissari, il dg del dipartimento Salute Riccardo Fatarella e le associazioni che rappresentano le strutture extraospedaliere, Anaste, Uneba e Aiop.
Il patto tra Regione e istituti privati prevede l’abbattimento del 10% del debito complessivo, pari a 41,6 milioni. Si arriva così alla cifra di 37,4 milioni, suddivisi tra le Asp di Catanzaro, Cosenza e Crotone. La coperta è però troppo corta, perché alle somme in uscita non corrisponde una totale compensazione in entrata. I premi del 2009 ammontano infatti a 4,1 milioni per l’Asp di Catanzaro (che deve pagarne 6), 14,2 per Cosenza (20,9) e 7,2 per Crotone (10,5). La parte del debito rimanente sarà dunque a carico esclusivo delle Aziende provinciali, che dovranno mettere mano ai loro bilanci per saldare tutto il debito nei confronti degli istituti privati.

I TEMPI Giusto e legittimo pagare il dovuto alle strutture che lavorano per il servizio regionale, i dubbi sono semmai relativi ai tempi troppo ristretti concessi alle aziende. Il primo a scagliarsi contro l’atto di Scura e Urbani è stato il “consigliere” del governatore Oliverio per le questioni sanitarie, Franco Pacenza.
«I commissari Scura e Urbani – ha detto –, svelano in modo esplicito il loro obiettivo: allungare il più possibile il Piano di rientro e, quindi, la loro permanenza in Calabria».
Con quel decreto «i commissari “fanno obbligo” alle Asp di Catanzaro, Cosenza e Crotone a produrre nuovi debiti. Persino l’oggetto del decreto è equivoco, mentre gli allegati esplicitano tutta la pericolosità di questo atto. Basti guardare l’allegato A, di cui nel decreto si prende solo atto, per avere contezza della pericolosità e del gravissimo rischio di esporre la Regione ad uno stillicidio di contenziosi che vanificherebbero qualsiasi ipotesi di fuoriuscita dal Piano di Rientro dal debito sanitario».
«Non sono in discussione diritti ma – ha aggiunto Pacenza – la pubblica amministrazione ha il dovere di verificare tutti i gradi del giudizio e di tutelare la buona amministrazione. Gli stessi operatori del comparto sanitario non possono ignorare la necessità e l’utilità di un ritorno, in tempi certi, alla gestione ordinaria della sanità in Calabria».
Secondo l’ex consigliere regionale, «se vi sono diritti maturati in sei anni non possono essere incamerati in una sola annualità con la certezza di produrre nuovo indebitamento e l’allontanamento della fuoriuscita dal Piano di rientro».

Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it

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