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SHOCK A LAMEZIA | La sorella del legale ucciso: «Voglio guardare in faccia l'assassino»

LAMEZIA TERME Ha un solo desiderio Antonella Pagliuso, un desiderio importante, necessario: quello di riprendere nelle sue mani il ruolo di sorella maggiore e non fermarsi fino a quando gli assassi…

Pubblicato il: 11/08/2016 – 14:47
SHOCK A LAMEZIA | La sorella del legale ucciso: «Voglio guardare in faccia l'assassino»

LAMEZIA TERME Ha un solo desiderio Antonella Pagliuso, un desiderio importante, necessario: quello di riprendere nelle sue mani il ruolo di sorella maggiore e non fermarsi fino a quando gli assassini di suo fratello Francesco non verranno assicurati alla giustizia. «L’unico obbiettivo della mia vita è quello di poter guardare in faccia chi gli ha sparato e chiedergli perché», rivela Antonia Assunta Pagliuso detta Antonella, a Repubblica. Ha tanto cammino davanti a sé, questo avvocato di 50 anni al quale nella notte tra martedì e mercoledì hanno ucciso a colpi di pistola il fratello Francesco, 43 anni, uno dei legali più noti della regione. Lavoravano insieme, lui era il «dominus dello studio e ne muoveva le fila». Originari di Soveria Mannelli, dove ancora è attivo il loro studio legale, insieme a quello di Lamezia Terme, lei gli stava accanto, sul lavoro, nella vita. Dimostra di avere idee ben precise, sulla professione e i pericoli ai quali poteva essere esposto suo fratello. «Vorrei tanto urlare – dice nell’intervista – ma non posso risponderle né sì, né no perché sono appena uscita da un interrogatorio e non posso certo violare il segreto istruttorio. Posso dire però che non mi darò pace fino a quando quegli assassini non finiranno in galera». I sistemi di video sorveglianza a casa e allo studio erano necessari: «Lo avevamo fatto perché il nostro lavoro era delicato e mio fratello lo faceva con grande abnegazione senza guardare in faccia a nessuno ed è chiaro che se qui in Calabria lavori in questo modo disturbi qualcuno. Se lavori a testa alta, senza accettare compromessi è chiaro che un minimo di precauzione la devi pure prendere».
Ha tanto cammino da fare Antonella Pagliuso: lo studio da mandare avanti, una verità da portare in Tribunale con le unghie e con i denti, e un nipotino di sei anni «al quale spiegare perché suo padre all’improvviso non c’è più». «Adesso tutto sarà più difficile ma non mi fermerò fino a quando non si saprà la verità», afferma l’avvocato che oggi custodisce la memoria di suo fratello: «Era un grande uomo, un grande avvocato e un grande padre».



DOMANI LA CAMERA ARDENTE E I FUNERALI Venerdì alle 14:30 nell’atrio del tribunale di Lamezia Terme verrà allestita la camera ardente per Francesco Pagliuso e alle 17 verrà celebrata la messa nell’adiacente chiesa del SS. Rosario. Si preparano a raccogliersi intorno al giovane avvocato e alla sua famiglia, le associazioni forensi, tra le quali l’Associazione nazionale giovani avvocati che «si associa al dolore della famiglia del collega, brutalmente ucciso, e di tutta l’avvocatura lametina. La sua Toga, oggi, posa idealmente sulle spalle dei giovani avvocati»; all’unione nazionale delle camere penali che «piange la scomparsa del giovane collega Francesco Pagliuso, protagonista del foro e della nostra vita associativa e segretario della Camera penale di Lamezia Terme, vittima questa notte di un barbaro assassinio».

ale. tru.

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