COSENZA «L’ultima evoluzione del sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, è degna di una grande comico. Però c’è ben poco da ridere. Dietro la sua ultima “uscita” si nasconde la chiara volontà di pagare delle cambiali elettorali. E di giustificare la sua condotta addirittura sostituendosi al legislatore. C’è qualcosa di ridicolo in tutto questo, ma anche di terribilmente tragico visto che a pagarne le conseguenze sono sempre i cittadini-contribuenti. A Cosenza tutto può succedere. Persino che un primo cittadino (Mario Occhiuto) giustifichi un avviso pubblico per il reclutamento di personale a tempo determinato sulla base di una riforma non ancora discussa e approvata in Parlamento. Più che un sindaco sembra un capocomico». È quanto afferma in una nota Carlo Guccione, consigliere comunale di minoranza che guida la coalizione “La Grande Cosenza”.
«In Calabria – continua Guccione – le migliori porcherie si consumano nel mese di agosto. Il rispetto delle regole e delle leggi viene solo richiamato in modo strumentale durante i momenti istituzionali, come avvenuto nell’ultimo consiglio comunale. Ma chi ha fatto patti con il diavolo durante la campagna elettorale oggi rischia di dover vendere la propria anima per onorare quei patti».
«Il sindaco Occhiuto – sottolinea il consigliere comunale – sa bene che, rispetto alla riforma Madia e alla possibilità di reclutare personale dirigente negli enti locali i magistrati contabili del Lazio (87/2016), la Corte di conti della Puglia (77/2016) e quella della Lombardia (29 giugno 2016) hanno ribadito l’indisponibilità di assumere a tempo determinato o indeterminato dirigenti negli enti locali, compreso il conferimento di incarichi a tempo determinato ex art. 110 del Tuel. La giurisprudenza e le determinazioni della Corte dei conti sono chiare: l’indisponibilità dei posti vacanti al 15 ottobre 2015. C’è una chiara tendenza a salvaguardare il congelamento delle piante organiche degli enti locali in attesa dell’attuazione della riforma Madia, ma anche del completamento della riforma delle Province con i conseguenti processi di mobilità del personale».
«È chiaro ed evidente – conclude Guccione – che la legislazione, le leggi, le regole vanno in una direzione opposta a quella che il sindaco è costretto a portare avanti perché deve soddisfare le cambiali da pagare agli amici nell’ultima competizione elettorale. Come dice un vecchio proverbio: il tempo sarà galantuomo».
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