CATANZARO Atteggiamenti minacciosi nei confronti della struttura turistica Nausicaa a Sant’Andrea Apostolo dello Ionio. Presa di possesso di lettini, ombrelloni, approvvigionamento dal dispenser dell’acqua riservato ai clienti. E poi liti cercate con i bagnini, minacce di morte ai turisti se non avessero acquistato la loro mercanzia. Dopo il ripetersi di questi episodi anomali da parte di extracomunitari non meglio identificati, Alessandro Dominijanni, gestore del villaggio turistico, ha deciso di sporgere una denuncia contro ignoti alla Procura di Catanzaro.
IL VILLAGGIO NAUSICAA E L’OPERAZIONE SCHERIA Una premessa su questi recenti episodi è d’obbligo per capire il contesto in cui si svolgono i fatti. Il villaggio Nausicaa è stato fondato da Andrea Dominjianni, padre di Alessandro, un imprenditore che vive sotto scorta per avere denunciato alcuni esponenti della cosca di ‘ndrangheta Gallelli-Procopio-Mongiardo. Per vent’anni Andrea Dominijanni ha subìto vessazioni di tipo estorsivo. Quindici milioni di lire all’anno, 7.500 euro con il cambio del conio. Questa la cifra che l’imprenditore era costretto a versare per poter mantenere il suo villaggio turistico a Sant’Andrea dello Ionio. Poi non ce l’ha fatta più e si è rivolto allo sportello Sos Giustizia creato da Libera e dalla Camera di commercio di Catanzaro. A seguire il caso dell’imprenditore è stato direttamente don Marcello Cozzi, il vicepresidente nazionale di Libera. Grazie allo sportello e all’immediato supporto fornito dagli uomini della Questura di Catanzaro, coordinati dalla Dda del capoluogo, l’imprenditore ha dato vita a una importante operazione contro le cosche Gallelli e Procopio-Mongiardo. L’operazione Scheria, messa a segno ad agosto 2015, ha fatto sì che venissero trascinati in tribunale gli esponenti delle cosche. E questa è la prima estate per il villaggio dopo vent’anni di vessazioni e il turbine di denunce e operazioni. Ma evidentemente qualcuno non vuole che l’agognata tranquillità venga afferrata.
LITI E MINACCE Tutto ha inizio il 29 luglio quando, scrive nella denuncia Andrea Dominijanni, assistito dall’avvocato Michele Gigliotti, «alcuni ambulanti extracomunitari, di cui disconosco il nome, con fare arrogante e con evidente prepotenza imponevano la loro presenza sulla spiaggia in concessione demaniale al Villaggio Nausicaa. Quando dico “prepotenza” mi riferisco all’atteggiamento di chi non invitato si siede comunque sulle sedie a sdraio e sui lettini in uso agli ospiti, pretendendo di approvvigionarsi dal dispenser dell’acqua riservato unicamente agli ospiti della struttura turistica». Il bagnino interviene ma la lite peggiora e si rivolge contro lo stesso dipendente sfociando nell’aggressione fisica. In quel periodo molti ospiti erano anziani e hanno riferito di essere stati più volte minacciati di comprare la mercanzia o, in caso contrario, sarebbero stati picchiati o gli avrebbero «tagliato la testa come l’Isis». Un problema analogo si presenta con un venditore ambulante di cocco dall’accento napoletano. Invitato a lasciare la spiaggia privata del Nausicaa, questi avrebbe minacciato il bagnino «di avere “amicizie” poco raccomandabili a S.Caterina dello Ionio ed a Crotone e basterebbe fare una telefonata per far comprendere ad Andrea Dominijanni il suo spessore criminale. Il venditore di Cocco di origini campane ha avvertito il bagnino che a fine stagione ci farà uno sfregio».
EPISODI INEDITI Gli episodi che si sono verificati, racconta Alessandro Dominijanni, sono del tutto inediti. Prima d’ora mai si era verificata un’aggressione. Il gestore teme per la sua incolumità e per quella della sua famiglia, in particolare di suo padre, e chiede che questi episodi vengano chiariti e che i responsabili paghino per il loro comportamento e, soprattutto, spieghino perché tanta, inusitata, aggressività.
Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it
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