Ultimo aggiornamento alle 13:02
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

Abramo: «I salotti vogliono mandarmi a casa»

CATANZARO Il «buon Ferragosto» del sindaco Sergio Abramo ai catanzaresi non è soltanto un messaggio augurale. È un modo per fare il punto, annunciare i prossimi impegni e riservare qualche stoccata…

Pubblicato il: 15/08/2016 – 8:30
Abramo: «I salotti vogliono mandarmi a casa»

CATANZARO Il «buon Ferragosto» del sindaco Sergio Abramo ai catanzaresi non è soltanto un messaggio augurale. È un modo per fare il punto, annunciare i prossimi impegni e riservare qualche stoccata ai “nemici”. Abramo, che andrà in ferie per una settimana, è pronto a tornare al lavoro lunedì prossimo, «quando dovrò preparare il mio intervento nel consiglio comunale che giorno 24 agosto dovrà decidere di destinare il Complesso del San Giovanni – mantenendone contemporaneamente la funzione di Polo culturale ed espositivo – alla nuova facoltà di Psicologia. L’Università nel centro storico è una sfida troppo importante. Che si faccia al San Giovanni o al Palazzo della Provincia, poco importa. L’essenziale è che i corsi inizino, già da novembre, nel centro città». È il primo fronte polemico che si aprirà: il rettore della “Magna Graecia” Aldo Quattrone è contrario alla proposta, mentre Abramo ha tutte le intenzioni di forzare la mano.
Il sindaco riepiloga i «risultati belli e rilevanti che abbiamo registrato tra la fine di giugno e gli inizi di agosto» e il suo pare il discorso di chi si appresta alla ricandidatura. Specie nella parte in cui tira fuori le «amarezze». «Continuo a non capire – dice – perché una parte della classe dirigente – non parlo solo della politica, ma mi riferisco anche a certe associazioni, a settori dell’imprenditoria e della cultura – abbia difficoltà a superare pregiudizi e steccati e si limiti solo ad un ruolo di critica spesso inutile e fine a se stessa. Non c’è gioco di squadra. Quando ci sarebbe bisogno di unità, molti spariscono dalla scena, nella migliore delle ipotesi».
E qui arriva la stoccata al governatore Oliverio: «Prendiamo l’esempio del finanziamento del porto. Sono 20 milioni di euro indispensabili per completare l’opera. La Regione, nonostante le rassicurazioni di facciata, li ha sottratti a noi per darli ad altre città. In qualsiasi parte del mondo, si sarebbero alzate le barricate. E invece, fatti i debiti distinguo, associazioni fatte in casa, esponenti politici, organizzazioni di categoria, mantengono il silenzio, lasciando soli coloro che hanno il coraggio di condurre una battaglia per la propria città. Gli stessi consiglieri comunali della stessa parte politica del presidente Oliverio, non dicono una parola e preferiscono non guastarsela con il loro partito. Sigle fantasma, associazioni fatte da un solo iscritto, pronte a fare baccano per una busta della spazzatura fuori posto, scelgono il silenzio quando c’è di mezzo il futuro della città».
Abramo non ha apprezzato anche i mancati complimenti per il lavoro svolto sulle società partecipate: «In questi giorni, il governo ha varato un provvedimento per la drastica riduzione delle costose società partecipate. Noi abbiamo anticipato i tempi di almeno due anni e abbiamo già ridotto le “partecipate”, chiudendo quelle passive e risanando quelle ritenute indispensabili. Siamo passati da nove milioni di euro di passivo all’anno, ad un piccolo, ma significativo attivo. Senza perdere un solo posto di lavoro. Ebbene, questa operazione che ha salvato il Comune dal fallimento, un esempio di buona amministrazione che ha addirittura anticipato di due anni il governo Renzi, è passata sotto silenzio e nessuno si è sentito il dovere non dico di ringraziare, ma nemmeno di sottolinearlo».
«Riconosco di essere un sindaco scomodo – continua –. Rispetto la politica e sono grato a quelle forze che mi hanno sempre sostenuto e sono pronte a farlo ancora, ma conservo sempre la mia autonomia. Mi dicono che in alcuni salotti della città esponenti dei cosiddetti “poteri forti” si stanno esercitando sul modo migliore per mandarmi a casa. Pago, evidentemente, i troppi “no” e la mia ben risaputa allergia ai salotti. Ma io penso che mandarmi a casa possono farlo solo i cittadini se riterranno insufficiente quello che io ho fatto».
Ancora i salotti, secondo Abramo, «tessono manovre che di sportivo hanno veramente poco a proposito dell’Us Catanzaro», mentre il sindaco ribadisce la sua «fiducia nel presidente Cosentino che mi ha espresso la volontà di continuare la sua esperienza alla guida dei giallorossi. Io sono pronto, se il presidente Cosentino dovesse cambiare idea, a ricercare una soluzione societaria che possa garantire il futuro della nostra amata squadra di calcio». Buon Ferragosto, sì. E buon inizio di campagna elettorale.

Argomenti
Categorie collegate

Corriere della Calabria - Notizie calabresi
Corriere delle Calabria è una testata giornalistica di News&Com S.r.l ©2012-. Tutti i diritti riservati.
P.IVA. 03199620794, Via del Mare, 65/3 S.Eufemia, Lamezia Terme (CZ)
Iscrizione tribunale di Lamezia Terme 5/2011 - Direttore responsabile Paola Militano
Effettua una ricerca sul Corriere delle Calabria
Design: cfweb

x

x