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Il ritorno di Baudo? In Calabria sarebbe impossibile

All’indomani della decisione della Rai, di far rientrare Pippo Baudo in televisione, il bravissimo conduttore-manager è rinato. Lo ha dichiarato a chiare lettere a Repubblica sostenendo, fra l’altr…

Pubblicato il: 17/08/2016 – 18:09

All’indomani della decisione della Rai, di far rientrare Pippo Baudo in televisione, il bravissimo conduttore-manager è rinato. Lo ha dichiarato a chiare lettere a Repubblica sostenendo, fra l’altro, come l’elogio dell’ozio sia una bugia. «Solo se lavori resti vivo»: ed è vero, anche a dispetto di quanti –e non sono pochi- sostengono «basta,basta, non vedo l’ora di andare in pensione, sono stanco». E Baudo di fatica, si potrà dire piacevole, ma pur sempre stancante, non ne ha fatta poca.
Ma il super conduttore catanese, a Silvia Fumarola, ha voluto aggiungere che,dopo avere avuto la notizia dei nuovi incarichi in Rai, aveva «dormito il sonno dei giusti, come non gli capitava da tempo». Quel che gli era capitato – essere stato messo fuori gioco – gli sembrava (e lo era) un’ingiustizia, perché dopo aver contribuito a far grande la Rai e lanciare protagoniste e protagonisti della televisione era stato messo,immotivatamente, da parte. Secondo la Fumarola, per lui si può parlare di ritorno al futuro. E nessuno ha tenuto conto che ha 80 anni, visto che, come dice lui stesso, ancora qualcosa può dare. E chi ne ha molti meno, perché non può lavorare ancora? Solo perché pensionato. E se fosse in grado, dopo esami, curriculum, incontri, colloqui, di poter dare, non dico a livello nazionale, ma almeno regionale, perché non può farlo? Perché non appartiene alla schiera dei clientes? E se, per caso, si appura o si capisce che è in grado di offrire il proprio contributo? Nulla da fare, almeno in Calabria. Tentativi tanti, risposte? Nessuna. E poi, dall’Europa, da Roma e dalla Calabria stessa non si dice che buona parte della burocrazia non funziona? Lo stesso direttore della protezione civile, Carlo Tansi, molto efficiente, ha minacciato di andarsene, perché qualcuno gli metteva il bastone tra le ruote. E se tutti facessero così? Perché, per esempio, anche il presidente Oliverio ha riconosciuto che molte cose non vanno? Lo avrà sperimentato, evidentemente. E se poi offri collaborazioni a consiglieri e assessori o non si fanno trovare o ti rispondono che da pensionato non si può lavorare. E Baudo? Non lavora alla Tv di Stato? Mica a casa sua! Ma è la legge, qualcuno azzarda a dire! Gli escamotage leciti, quando, si vogliono si trovano! Devi diventare parte della schiera dei clientes, altrimenti sarai costretto, pur volendo dare il tuo modesto contributo, a fischiare alla luna. Peccato non averci pensato prima di finire sotto la mannaia del pensionamento. C’è stato finanche chi ti ha dato – mi racconta un mio amico – un numero riservato di cellulare dal quale lo avrebbe chiamato. Mai ricevuta telefonata veruna. Hai fatto richieste all’Università? Aspetta e spera che già l’ora…si allontana. E un assessore regionale o un sindaco? Certo, se si hanno le caratteristiche, non ci saranno problemi, fanno sapere. Il mio amico sta ancora aspettando. Se poi ci parli di persona? Ancora peggio, anche perché non rispondono mai più. Li perdi anche come amici. Naturalmente i giovani hanno la precedenza assoluta,anche se in questo caso si tratta solo di possibili collaborazioni.
Fumarola a Baudo: «Primo Levi ha scritto che amare il proprio lavoro – che purtroppo è privilegio di pochi – costituisce la migliore approssimazione alla felicità sulla terra». E Baudo di rimando: «Lavorare mi rende felice». Al mio amico non piace oziare. Baudo, ricordando che qualcuno ha scritto l’elogio dell’ozio, ha risposto che non si tratta di un valore positivo, pensa che sia la morte. Si passa il tempo a pensare. Solo se lavori resti vivo. C’è chi coglie questo aspetto della vita? Non ne sono sicuro, anzi no.

*giornalista

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