LAMEZIA TERME Ora che il Cipe ha messo il sigillo sul completamento della statale 106, alla strada più attesa del Mezzogiorno (assieme all’A3) non resta che proseguire il proprio percorso. E schivare lodi arbitrali e tagli che rischiano di impoverire il progetto originario. Dopo decenni trascorsi tra ingerenze della criminalità, inchieste della magistratura, rinvii, varianti e trasversali di collegamento, la delibera del Cipe cambia la prospettiva. Il sì al progetto definitivo del «Primo lotto del Megalotto 3», relativo ai 18 chilometri iniziali del tracciato, compreso tra Sibari e Roseto Capo Spulico (38 km in tutto) può trasformare in realtà il sogno di una nuova strada a quattro corsie, due per ogni senso di marcia, con spartitraffico centrale: 1,2 miliardi di euro l’investimento. Il piano complessivo di riqualificazione definito dall’Anas prevede per la 106 in Calabria (che è a 4 corsie per 67 km) interventi volti a «massimizzare la resa degli investimenti, con l’obiettivo di migliorare gli standard di servizio, innalzare il livello di sicurezza con costi e tempi sostenibili riducendo nel contempo l’impatto ambientale dell’infrastruttura e determinando una ricaduta economica immediata sul territorio». Sarà facile? No. Per capirlo basta dare uno sguardo alla mappa che fotografa i cantieri sull’opera. Il percorso tra Reggio Calabria e Taranto è pieno di ostacoli. Alcuni materiali, altri giudiziari ma non meno pericolosi.
LODI SU LODI L’Anas, infatti, continua a pagare decine di milioni di euro in lodi avviati oltre dieci anni fa. Sulla statale 106 due contraenti generali guidati da Astaldi hanno incassato un totale di 162,8 milioni di euro per due tratti dei megalotti C e D. La prima tranche da 43 milioni riguardante il megalotto C è stata pagata il 30 dicembre 2014. L’ultima tranche, da circa 10 milioni, è stata liquidata il 26 febbraio di quest’anno. L’Anas ha impugnato i lodi e il verdetto spetta alla Corte d’appello di Roma.
MILIARDI DI TAGLI Il nuovo corso delle opere pubbliche più attese dagli italiani (e soprattutto dai calabresi) ha visto un ridimensionamento degli investimenti e delle parole d’ordine. A “nuovo tracciato” si è spesso sostituita la parola “riammodernamento”. Un modo per chiudere prima cantieri infiniti e speranze frustrate. Proprio la 106 ha subìto il maggiore taglio del nuovo programma di lavori. L’ipotesi di spesa è passata da oltre 20 miliardi di euro a 6,5 miliardi, e infine agli attuali 4,2 miliardi di euro, circa un quarto di quanto stimato ai tempi della Legge Obiettivo.
E I CANTIERI? Il nodo, però, è sempre lo stesso. Vanno bene gli annunci e le prospettive, che finalmente si aprono alla realizzazione dell’opera, ma a che punto sono i lavori? Torniamo alla mappa dell’Anas. Mentre i tratti lucano e pugliese sono completi, quello calabrese è l’emblema dell’incompiutezza. Il colore verde che individua la fine dei lavori riguarda i pochi chilometri tra il confine con la Basilicata e Capo Spulico, una manciata di chilometri nel Crotonese, il tratto tra Squillace e Simeri e, nel Reggino, Locri-Caulonia marina e Bova marina-Palizzi marina. Per il resto c’è soltanto da incrociare le dita. Per 18 dei 38 chilometri tra Sibari e Roseto è arrivato l’ok del Cipe. E la politica tutta si è rallegrata. I pezzi mancanti, però, sono ancora tanti, troppi per cantare vittoria. In progettazione, tanto per dirne una, c’è il secondo stralcio funzionale della Variante di Palizzi. Un intervento che non risulta ancora finanziato. E poi c’è il lungo elenco degli interventi inseriti nel piano pluriennale degli investimenti 2015-2019. I tre tronchi tra Crotone e Sibari hanno un costo complessivo di 640 milioni di euro: per tutti siamo in una fase che definire embrionale è forse addirittura eccessivo. Il sito dell’Anas non lascia spazio a grandi entusiasmi: «Ad oggi è disponibile uno studio di fattibilità». Stessa situazione per la Variante di Crotone, 8,6 chilometri che prevedono la realizzazione di un tratto di statale 106 ex novo, con tre svincoli, quattro viadotti e tre gallerie. Siamo allo studio di fattibilità, che stima i costi in 250 milioni. Ed è inserito nel piano pluriennale 2015-2019 anche il nuovo svincolo per l’ospedale della Sibaritide. Si sa solo che costerà 2,5 milioni ma in questo caso l’Anas ha una scusante: l’ospedale non c’è ancora, dunque è difficile sbilanciarsi. C’è, poi, la lista dei lavori in corso. Solo per il raccordo tra 106 e A3 tra Sibari e Firmo l’azienda si sbilancia un po’: conclusione dei lavori fissata all’11 maggio 2017 dopo una risoluzione contrattuale e la rassegnazione dell’appalto all’azienda Intercantieri Vittadello spa. Per gli altri cantieri solo un secco «i lavori sono in corso», senza ulteriori indicazioni. E la parte rimanente? Per tratti molto ampi, nel Crotonese, nel Catanzarese e nel Reggino, non c’è alcuna indicazione. La partita è ancora tutta da giocare. Il segnale lanciato dal governo (e dal Cipe) il 10 agosto dà una speranza, ma il percorso della 106 è ancora una gimcana piena di ostacoli.
Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it
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