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Consorzio bonifica Tirreno, Coldiretti: «Promosso il fratello del direttore»

ROSARNO Otto nuove promozioni «indiscriminate» e irregolari nel Consorzio di bonifica Tirreno reggino, tra cui quella del fratello del presidente, Filippo Zerbi. A sollevare il caso è Coldiret…

Pubblicato il: 20/08/2016 – 12:34
Consorzio bonifica Tirreno, Coldiretti: «Promosso il fratello del direttore»

ROSARNO Otto nuove promozioni «indiscriminate» e irregolari nel Consorzio di bonifica Tirreno reggino, tra cui quella del fratello del presidente, Filippo Zerbi. A sollevare il caso è Coldiretti Calabria, che stigmatizza con forza gli atti approvati dal Consorzio lo scorso 2 agosto e ne chiede l’immediata revoca. Tutte le deliberazioni sono state approvate con il voto contrario del rappresentante della Regione Calabria. «Adesso con questi atti – commenta Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – ben si può comprendere il perché mesi fa, il presidente Zerbi è stato espulso dalla Coldiretti Calabria. Anche se più volte sollecitato – continua –, di fatto adottava decisioni con atti monocratici senza riunire la deputazione amministrativa e il Consiglio per oltre otto mesi e poi portando semplicemente a ratifica i provvedimenti adottati: queste delibere a gogò di promozioni ne sono lo specchio fedele. Insomma promozioni indiscriminate fatte in assenza del Pov (Piano di organizzazione variabile) più volte sollecitato da Coldiretti, previsto dal Ccnl che stabilisce, in relazione alle esigenze istituzionali dell’ente, la struttura e le attività del Consorzio, determina le aree, i profili professionali, le mansioni e le responsabilità del personale che esplica la propria attività per il Consorzio a tempo indeterminato e determinato e disciplina lo stato giuridico e il trattamento normativo del personale con riferimento ai contratti collettivi nazionale di lavoro vigenti per i dipendenti (dirigenti, quadri, impiegati ed operai) dei Consorzi di bonifica e i relativi accordi integrativi aziendali. Il piano evidentemente, fissa indicatori ben definiti e trasparenti, tra i quali i titoli di studio (i promossi in ruoli apicali sono senza laurea) per ricoprire un determinato incarico, deve tenere conto della situazione del Consorzio che è ente pubblico economico e deve essere approvato dalla struttura di Controllo sugli atti dei Consorzi di Bonifica istituita presso il dipartimento regionale Agricoltura. Il Pov peraltro deve essere fatto d’intesa con le organizzazioni sindacali che invece sono clamorosamente assenti nelle varie fasi. Entrando ancora nel merito – continua Molinaro – il presidente ad aprile 2016, forse all’insaputa di tutti, sottoscrive un atto transattivo con ogni singolo dipendente stabilendo inquadramento, modalità e cifra da corrispondere e poi di fatto lui stesso con un solo altro componente della deputazione se lo ratifica non curante del voto contrario del rappresentante della Regione: cose mai viste e che hanno dell’incredibile!! Nel corpo della delibera, per alcuni dipendenti, si adotta la giustificazione che la promozione deve essere fatta poiché, altrimenti, gli atti da loro prodotti, ad esempio bilanci, emissione ruoli possono essere dichiarati nulli».
Molinaro si chiede: «Ma dove erano il presidente e il direttore che con delibere presidenziali e all’insaputa della deputazione e del Consiglio hanno creato queste condizioni? Poteva essere tra l’altro lo stesso direttore del Consorzio ad avocare a sé le funzioni e le responsabilità. Le promozioni, adottate tra l’altro senza l’imputazione nel capitolo di bilancio della maggiore spesa sia per arretrati che per gli aumenti dovuti alla promozione, riteniamo che danneggino ulteriormente il già delicato equilibrio economico ed espongano il Consorzio ad altri contenziosi. E poi – aggiunge Molinaro – alla vigilia del rinnovo degli organi consortili era cosa buona e giusta, come fanno le Istituzioni corrette, sospendere queste procedure adottando una sorta di “semestre bianco” e arginare questo comportamento amorale e familistico». «Queste alcune ragioni – conclude Molinaro –, pertanto chiediamo che il presidente revochi le deliberazioni adottate, il collegio sindacale il cui presidente è nominato dalla Regione svolga il proprio compito e che il dipartimento Agricoltura, visto anche il voto contrario del proprio rappresentante, espliciti la propria azione di vigilanza che riteniamo quanto mai opportuna».

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