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Scura chiede di bloccare il pagamento a Cedolia

COSENZA Il pagamento disposto dall’Asp di Cosenza nei confronti dell’ex manager Flavio Cedolia in seguito a una sentenza esecutiva del Tribunale di Cosenza che risale al 2014 (ne abbiamo scritto qu…

Pubblicato il: 20/08/2016 – 10:30
Scura chiede di bloccare il pagamento a Cedolia

COSENZA Il pagamento disposto dall’Asp di Cosenza nei confronti dell’ex manager Flavio Cedolia in seguito a una sentenza esecutiva del Tribunale di Cosenza che risale al 2014 (ne abbiamo scritto qui) provoca la reazione del commissario al Piano di rientro Massimo Scura. Scura, in una lettera inviata al direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale, Raffaele Mauro, esprime le proprie perplessità in merito all’azione dell’Asp bruzia. La missiva risale alla prima metà di agosto. Il commissario ritiene «intempestivo e inopportuno procedere a un pagamento a ridosso dell’udienza di merito, soprattutto a favore di un soggetto esterno all’azienda». E chiede, senza mezzi termini, a Mauro di bloccare la delibera in attesa di approfondimenti da svolgere in maniera congiunta, assieme al dg del dipartimento Tutela della Saluta Riccardo Fatarella, dopo il periodo di ferie.

LE IPOTESI DA VERIFICARE La presa di posizione del commissario è piuttosto netta. E nasce da un riepilogo degli step di una vicenda iniziata molti anni fa. L’ex direttore amministrativo Cedola ha presentato atto di pignoramento dopo la sentenza circa due anni fa, ma non ha avuto esito favorevole perché, secondo le motivazioni offerte all’epoca dal vecchio management dell’Asp, le somme in banca sono vincolate al pagamento degli stipendi dei dipendenti. Da due anni – questo risulterebbe dalla ricognizione effettuata dalla struttura commissariale – non ha più presentato alcuna istanza di pagamento presso il Tribunale. Cedolia ha presentato direttamente all’Asp di Cosenza nel mese di giugno una richiesta di esecuzione della sentenza senza alcuna istanza di pagamento per via giudiziaria.
L’ipotesi che la struttura commissariale vuole vagliare assieme ai vertici dell’Azienda sanitaria e a quelli del dipartimento è che l’Asp di Cosenza abbia accolto l’istanza per via di un’interpretazione errata dei fatti e giustificandosi solo con la necessità di evitare il rischio di ulteriori interessi, che sarebbero – altra ipotesi da vagliare – fino a novembre 2016 circa 500 euro a fronte di 230mila. Altra motivazione da sottoporre all’esame dei tecnici è se sia corretta la valutazione dell’Asp, che ha ritenuto di procedere al pagamento delle spettanze di Cedola per via di altre transazioni effettuate dall’Azienda di Cosenza, ma che riguardavano suoi dipendenti dell’Azienda e non presentavano alcun rischio per l’eventuale recupero delle somme elargite.
Ultimo aspetto da considerare: la delibera è stata predisposta su richiesta del direttore generale e solo sotto la sua responsabilità, gli uffici si sarebbero limitati a preparare l’atto amministrativo. Resta da verificare, sempre nel corso dell’incontro a tre chiesto da Scura, un’altra circostanza: alcuni funzionari ritenevano necessario e opportuno chiedere un parere all’avvocato incaricato dall’Asp alla difesa in Appello prima di autorizzare il pagamento. Era una supposizione fondata?

LE RAGIONI DI CEDOLIA Da parte degli avvocati di Cedolia (qui il loro intervento integrale), invece, si sottolinea che «la sentenza di primo grado pronunciata dal Tribunale di Cosenza, sezione Lavoro e Previdenza, è esecutiva e che la Corte d’Appello di Catanzaro ha rigettato la richiesta di sospensiva formulata dall’Asp di Cosenza. Pertanto, l’Asp, nel deliberare di effettuare il pagamento in favore del dottor Cedolia, non ha fatto altro che dare esecuzione alla sentenza con cui il Tribunale di Cosenza, sezione Lavoro e Previdenza, ha condannato l’Ente a risarcire i danni al dottor. Cedolia conseguenti alla illegittima revoca dall’incarico di direttore amministrativo».
«Del resto – spiegano ancora i legali dell’ex manager –, l’Asp di Cosenza, in caso di sentenze di primo grado non sospese dalle Corti di Appello, ottempera alle statuizioni in esse contenute giusto parere dell’Ufficio legale dell’Ente risalente al mese di agosto 2014, regolarmente protocollato e richiamato in diversi atti, in base al quale si ribadisce l’obbligo da parte dell’Asp di “dare esecuzione alle sentenze di primo grado del Giudice del Lavoro”, come sancisce la legge.

LE RAGIONI DELL’ASP Più stringate le motivazioni offerte dall’Asp. Che spiega di aver «ottemperato in base alla sentenza che rappresenta titolo» e che «il giudice delle esecuzioni ha disposto il pignoramento della somma presso la Tesoreria dell’Asp. È inoltre risultato vano il tentativo di sospendere l’esecuzione della sentenza di primo grado nelle more del processo d’appello, stante il rigetto della Corte di appello di Catanzaro della richiesta in tal senso formulata». Ragioni che il dg Raffaele Mauro avrà modo di ribadire a Scura. In attesa di capire che effetto avrà la richiesta di sospendere il pagamento avanzata dal commissario al Piano di rientro.

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