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Va in scena l'emigrante che voleva uccidere Roosevelt

TROPEA Penultimo appuntamento con la rassegna Teatro d’aMare, organizzata da Libero Teatro e Laboart e che vede Max Mazzotta come direttore artistico e Maria Grazia Teramo come direttore organizzat…

Pubblicato il: 20/08/2016 – 18:26
Va in scena l'emigrante che voleva uccidere Roosevelt

TROPEA Penultimo appuntamento con la rassegna Teatro d’aMare, organizzata da Libero Teatro e Laboart e che vede Max Mazzotta come direttore artistico e Maria Grazia Teramo come direttore organizzativo. Martedì 23 agosto, alle 21.45 al teatro del Porto di Tropea, andrà in scena “La mia idea – memoria di Joe Zangara”, scritto, diretto e interpretato da Ernesto Orrico, con le musiche originali eseguite dal vivo da Massimo Garritano (prodotto dall’associazione Zahir; organizzazione di Alessandra Fucilla; audio e luci Antonio Giocondo).
Chi è Giuseppe “Joe” Zangara? Un emigrante insoddisfatto della sua vita, un freddo assassino, un anarchico un po’ naif, un insolito comunista, un lucido protagonista del suo tempo o un uomo solo e disperato? Il testo presentato nello spettacolo/concerto “La mia idea” prende liberamente spunto dal memoriale che lo stesso Zangara scrive pochi giorni prima di essere giustiziato nel penitenziario di Raiford in Florida. Un racconto in prima persona della vita di questo piccolo emigrante calabrese che, attentando alla vita del presidente degli Stati Uniti Franklyn Delano Roosvelt, avrebbe potuto modificare il corso della storia. Il suo “delitto contro lo Stato” viene punito con un “delitto di Stato”, a 33 anni viene fulminato sulla sedia elettrica, il 20 marzo del 1933.
La narrazione di questa vicenda è parte di uno studio teatrale che ho avviato da qualche anno, un percorso di indagine sulle tante storie dell’emigrazione italiana in America, che pur nelle loro singole specificità, rivelano impressionanti somiglianze con quelle di migrazioni che attraversano la nostra contemporaneità. In questo viaggio mi accompagna Massimo Garritano, che ha scelto di suonare il bouzuchi e il dobro, uno strumento tipicamente mediterraneo e uno tipicamente americano, utilizzandoli senza cercare soluzioni musicali filologicamente corrette da un punto di vista storico, anzi facendoli interagire con la narrazione in maniera molto aperta e abbandonandosi ad una improvvisazione di matrice jazz, evitando un approccio didascalico che sottolinei la drammaticità degli eventi, ma piuttosto scegliendo soluzioni sonore che svolgono una funzione di contrappunto ai fatti narrati in voce.
Prossimo e ultimo appuntamento della rassegna Teatro d’aMare sarà lunedì 29 agosto con Scenari Visibili per “Patres” di e con Dario Natale e Gianluca Vetromilo, scritto da Saverio Tavano. L’opera è Miglior spettacolo festival Inventaria 2014; Premio contro le mafie del Mei 2014 e ha vinto il Secondo premio al Festival teatrale di Resistenza – Museo Cervi.

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