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Caro governatore, ma cosa intende per Cultura?

Carissimo presidente Gerardo Mario Oliverio, sono direttore artistico della Stagione concertistica internazionale “Autunno Musicale” che si tiene da 16 anni a Cosenza, nel centro storico della citt…

Pubblicato il: 23/08/2016 – 13:35

Carissimo presidente Gerardo Mario Oliverio, sono direttore artistico della Stagione concertistica internazionale “Autunno Musicale” che si tiene da 16 anni a Cosenza, nel centro storico della città all’interno di un bellissimo Palazzo del XVI secolo, attualmente adibito a Museo Archeologico. Leggendo il comunicato “La Calabria si arricchisce di nuovi eventi culturali” apparso l’8 agosto scorso sul sito Regione Calabria Notizie, sono rimasto un po’ perplesso. A seguito poi della conferenza stampa da Lei tenuta nella sala “Oro” della cittadella regionale dopo le «polemiche inutili e speciose» come Lei le ha definite, scaturite dalla pubblicazione della graduatoria Eventi culturali storicizzati 2016, D.D. del 4 agosto 2016, invece son rimasto sconcertato.
A questo punto vorrei porLe una semplicissima domanda, apparentemente pleonastica: cosa intende Lei per cultura?
Mi aiuti a capire, La prego.
Anche perché, carissimo presidente, lo stesso interrogativo se lo pongono, assieme a me, tante persone (e non solo a Cosenza). Intendiamoci, nella graduatoria son presenti progetti sicuramente validissimi, risultati beneficiari di contributo. Vedere però tra questi, diversi eventi proponenti fiere del pesce, partitelle tra “vecchie glorie”, fuochi pirotecnici, e varie feste patronali, beh allora capisce che il dubbio viene. Ora se tutto è cultura mi arrendo e, La prego, eviti di leggere il prosieguo della presente; evidentemente vi è stata una deriva del termine a parecchi di noi sfuggita.
Pensi che io invece son tra quelli che credono ancora che la Cultura sia fatta di letteratura, arte, musica, teatro, archeologia, storia, e tanti altri settori. Lo so è ridicolo, ma che vuole, io di professione sono musicista, mica organizzo bancarelle con tarantelle e vino. Non avevo pensato alla cultura del cibo, del benessere, insomma mi era sfuggito il “Food&Beverage” come valore culturale acquisito. Però qualche precisazione mi sento di farla a Lei e, perché no, agli appartenenti la giunta regionale. Se l’estensione del termine è così ampia e generalizzata, mi spiega qualcuno perché esistono ancora le Università, i Conservatori di Musica, le Scuole di Teatro e ogni altro luogo dove ancora, per fortuna, qualcosa si insegna?
Se ancora esiste qualcuno all’interno della giunta regionale che crede nel valore Cultura (quello vero, non quello dei fuochi d’artificio, delle sagre o delle partite “vecchie glorie” di calcio!), beh allora sarebbe il momento di fare una riflessione.
È un evento culturale storicizzato una partitella di calcio “vecchie glorie”? E allora una sfida “scapoli-ammogliati” come la definiamo: evento del secolo?
Lei che ne pensa?
La scorsa settimana ho fatto un concerto in Francia, nella regione della Lorena; parlando con le persone preposte all’organizzazione artistica ho posto l’interrogativo oltre frontiera, chiedendo cosa ne penserebbero da quelle parti se, al posto di concerti di musica classica, si utilizzassero i soldi pubblici per partitelle, sagre varie e degustazioni infarcite di brillanti fuochi finali: lo sa che mi hanno dato dell’ubriaco? A me, che per giunta sono pure astemio!
Oltretutto, carissimo presidente, parliamo di diverse centinaia di migliaia di euro o sbaglio? (A voler essere precisi qualche milione di euro!).
Guardi, Le dico sinceramente, non avrei mai immaginato una tale esposizione semantica del termine; non mi ero accorto di questo tranquillo valico di uno spartiacque che non credevo fosse necessario tracciare. Evidentemente qualcosa dev’essere successo nella nostra Regione che così facilmente va a sdoganare, in una sola parola, la sua Storia.
Lei crede che i soldi pubblici vadano utilizzati secondo questa Sua interpretazione? Allora è giusto così e mi scuso di averLe rubato del tempo.
Magari anche per questo a Bruxelles hanno legittimi dubbi sull’opportunità di investire in cultura (questa cultura).
Solo che così, carissimo presidente, si rende la Calabria ancor più claudicante di quanto già non lo sia.
Mi viene in mente la storia di Colapesce, il personaggio mito della cultura siciliana, che Sua Maestà, preoccupato per la Trinacria che stava sprofondando, lo fa immergere per vedere lo stato delle tre colonne su cui essa poggia. Quando risale comunica a Sua Maestà che le colonne sono a pezzi e che la Sicilia ormai è destinata a sparire.
Come sono messe le nostre colonne, carissimo presidente?
Noi non abbiamo mica Colapesce che ci viene in aiuto.
Ultima cosa: senza scomodare i mass media avrei voluto, e con piacere, porre di persona questi interrogativi a Lei o magari a qualcuno del Suo Staff. Ma arrivato alla Cittadella regionale l’ascensore arrivava solo all’8° piano. Allora ho chiesto come fare per arrivare alla Sua residenza (9° e 10° piano non previsti dall’ascensore) a delle persone che ho casualmente incontrato, le quali mi hanno risposto che non vi sono né scale né ascensori per andare oltre l’ottavo piano, e siccome non dispongo di elicottero ho dovuto desistere.

*Direttore artistico Autunno Musicale

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