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Il "caso Raffa" piomba sul Consiglio metropolitano

REGGIO CALABRIA «La costituzione delle Città metropolitane è la prova che le cose possono cambiare. Reggio Calabria, insieme alle altre quattordici Città metropolitane, è al timone di questo cambia…

Pubblicato il: 24/08/2016 – 14:10
Il "caso Raffa" piomba sul Consiglio metropolitano

REGGIO CALABRIA «La costituzione delle Città metropolitane è la prova che le cose possono cambiare. Reggio Calabria, insieme alle altre quattordici Città metropolitane, è al timone di questo cambiamento. Il Paese che verrà sarà il prodotto di quanto fatto dai nuovi enti. Insieme scriveranno la storia. Per farlo, però, serviranno condivisione, maturità e autorevolezza da parte della classe politica».
Così ha esordito il primo cittadino di Reggio Calabria, nonché sindaco metropolitano d’ufficio, Giuseppe Falcomatà nella sala Adunanze di Palazzo Foti, nel giorno dell’insediamento del Consiglio metropolitano.
I lavori sono iniziati con la convalida dei 14 eletti, nella consultazione elettorale di secondo livello dello scorso 7 agosto, e sono continuati con le comunicazioni del sindaco metropolitano.
Ma è subito il “caso Raffa” a tenere banco nel primo Consiglio metropolitano di Reggio Calabria. I discorsi di unità e condivisione pronunciati dal sindaco e dai consiglieri insediatisi questa mattina a palazzo Foti incrineranno presto di fronte all’ordine del giorno presentato da Filippo Bova, nel quale si invita il presidente della Provincia Giuseppe Raffa a dimettersi, consentendo il formale passaggio di consegne al sindaco metropolitano, «nell’esclusivo interesse del nostro territorio e di conseguenza dei Comuni che lo compongono».
«La situazione della Città metropolitana di Reggio Calabria – è scritto nel documento – rappresenta una anomalia nell’intero panorama nazionale relativamente all’avvio dei nuovi Enti di area vasta, atteso che si andrebbero a sovrapporre organi istituzionali tra essi inconciliabili frenando azioni politiche, programmatiche e di pianificazione strategica del territorio».
I consiglieri si sono confrontati a lungo con Falcomatà durante la sospensione della seduta. Una interruzione che ha prodotto un’integrazione all’ordine del giorno, ma non un punto d’incontro tra gli esponenti del centrosinistra e, in primo luogo, l’assessore provinciale Eduardo Lamberti Castronuovo che nella sua dichiarazione di voto definirà l’invito alle dimissioni «uno sgarbo istituzionale, un atto di guerra».
Nello specifico, l’integrazione invita il sindaco a chiedere un incontro ufficiale con il presidente della Provincia, alla presenza dei consiglieri metropolitani, finalizzato all’accelerazione del passaggio di consegne.
Una scelta che ha generato le perplessità dell’Area socialista formata da Zavettieri e Zampogna e la ferma contrarietà di Lamberti. «Non possiamo chiedere le dimissioni e poi un incontro. L’integrazione può essere solo sostitutiva. Sono contrario al metodo e alla richiesta, formalmente non bella», ha dichiarato Zavettieri, pur annunciando il voto favorevole all’ordine del giorno.
Compatto il centrosinistra invece: «Se non avverrà il passaggio di consegne presto ci ritroveremo di fronte a problemi di non poco conto. Questo assurdo giuridico – ha spiegato il consigliere Mauro – rischia di compromettere l’approvazione del bilancio previsionale. Il Consiglio metropolitano ha possibilità di riunirsi per lo Statuto, ma non può incidere sul bilancio dell’Ente».
Sulla stessa lunghezza d’onda e nella posizione opposta al “compagno” di lista (Centrodestra metropolitano) e di banco, il sindaco di Oppido Mamertina Giannetta che ha annunciato il suo voto favorevole: «Non si tratta di offendere qualcuno, ma di accelerare l’iter per la costituzione della Città metropolitana. Dopo, Raffa può decidere di non dimettersi, perché la legge glielo consente, ma sarà una sua responsabilità».
La discussione, andata per le lunghe, ha fatto infuriare Falcomatà che nell’intervento precedente alla votazione ha affermato: «La pausa non ha prodotto gli effetti sperati. Di che cosa stiamo parlando? Si sta misurando la febbre al morto per capire qual è la sua temperatura. Noi – ha continuato il sindaco – abbiamo aperto questo Consiglio, invitando tutti ad un linguaggio nuovo. Abbiamo parlato di esigenza di futuro. Il sindaco e il Consiglio metropolitano devono essere nel pieno esercizio delle loro funzioni. Il problema è la parolina “dimissioni”? Perché prenderci in giro, se l’obiettivo finale è quello di accelerare il processo di costituzione della Città metropolitana? Ho l’impressione che si voglia annacquare un percorso». La reazione di Lamberti non si è fatta attendere: «Non sono d’accordo sulla formulazione dell’ordine del giorno. Le dimissioni si possono ottenere con garbo istituzionale, con un sereno e democratico incontro. Raffa è un presidente in prorogatio in virtù di una legge dello Stato. Tutte le premesse lasciano il tempo che trovano. Sono particolarmente amareggiato – ha aggiunto – per l’epilogo di questo Consiglio che cozza con le dichiarazioni precedenti. Le dimissioni di Raffa non velocizzeranno nulla. Verrà sostituito da un commissario prefettizio. Abbiamo scritto una bella pagina di storia, ma ipocrita. Questa delibera è irriguardosa e vuole aggirare la legge», ha tuonato Lamberti, il quale ha annunciato che nella prossima riunione di giunta presenterà le dimissioni da assessore provinciale alla Cultura.
L’ordine del giorno che “invita” Raffa a dimettersi da presidente della Provincia di Reggio è passato a maggioranza, con 13 favorevoli e 2 astenuti (Lamberti e il sindaco di Gioiosa Jonica Salvatore Fuda, espressione di “Unire per Unire – Locride metropolitana”).
Approvato all’unanimità invece l’ordine del giorno che impegna il sindaco ad attivarsi nei confronti della Regione Calabria, affinché si decida “quali altre funzioni, oltre a quelle fondamentali, transiteranno alla Città metropolitana di Reggio Calabria” e quali “funzioni attualmente in capo alla Regione saranno trasferite” al nuovo Ente.

red rc
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