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Ospedale Cosenza, Bevacqua: il centrodestra scopre l'emergenza solo adesso

COSENZA «È davvero paradossale che il centrodestra cosentino, il sindaco Mario Occhiuto e, soprattutto, il consigliere regionale Fausto Orsomarso, si accorgano solo adesso delle problematiche dell’…

Pubblicato il: 24/08/2016 – 10:50
Ospedale Cosenza, Bevacqua: il centrodestra scopre l'emergenza solo adesso

COSENZA «È davvero paradossale che il centrodestra cosentino, il sindaco Mario Occhiuto e, soprattutto, il consigliere regionale Fausto Orsomarso, si accorgano solo adesso delle problematiche dell’ospedale cittadino, urlando allo scandalo per le mancate assunzioni e denunciando la situazione in cui versa il pronto soccorso, preso d’assalto dai pazienti che non trovano risposta negli altri ospedali spoke provinciali: vorrei ricordare a entrambi, e in modo particolare a Orsomarso, ch’egli è stato il “braccio operativo” di Scopelliti e che il blocco del turnover scattò a causa della richiesta di Scopelliti di dichiarare il commissariamento della sanità calabrese».
Così il consigliere regionale del Pd Domenico Bevacqua, il quale prosegue sottolineando che «a suo tempo, il presidente Agazio Loiero, con la firma del piano di rientro avvenuto pochi giorni prima del Natale del 2009, aveva contrattato la riconversione di 18 ospedali e il turnover al 30%. Il governo Berlusconi, invece, desideroso di mandare a casa il governo regionale di centrosinistra e sostenere l’ascesa di Scopelliti, aveva autorizzato solo il 15% del turnover. Ad aprile 2010, Scopelliti, appena insediato, chiese al direttore generale del Dipartimento Salute del tempo, Andrea Guerzoni, di presentarsi inadempiente al tavolo di verifica (“Massicci”), al solo scopo di poter creare i presupposti del commissariamento. Poiché la normativa consentiva allora al presidente della Regione di essere nominato commissario, Scopelliti chiese e ottenne, nel luglio 2010, il commissariamento, senza considerare in alcun modo gli effetti nefasti di quella scelta prettamente politica. Fu allora che l’interesse dei calabresi e la tutela del diritto alla salute vennero sacrificati alle ragioni di una gestione diretta e clientelare della sanità, senza alcun controllo da parte del consiglio regionale e degli organi preposti».
«Il centrodestra – prosegue Bevacqua – non valutò che il commissariamento, unito al deficit annuale senza copertura, prevedeva e prevede, ancora oggi, una serie di automatismi, tra i quali l’aumento al massimo delle addizionali Irpef e Irap e il blocco delle assunzioni per due anni successivi a quello in cui si è realizzato il deficit. I decreti di chiusura degli ospedali portano la firma di Giuseppe Scopelliti e dell’allora dirigente Gianluigi Scaffidi, oggi diventato il consulente del M5S».
«Sono, pertanto, – continua Bevacqua – pretestuosi e fuorvianti, compiuti proprio per generare confusione, gli attacchi di chi appartiene alla compagine politica che ha determinato in maniera preponderante, se non esclusiva, la situazione di gravità nella quale versa oggi la sanità in Calabria. Bisognerebbe, invece, prendere atto dell’enorme lavoro che stanno compiendo i sanitari del Pronto soccorso e della capacità del management aziendale guidato dal dottor Gentile che, nell’emergenza, ha indirizzato gli investimenti al reclutamento di nuovo personale sanitario, procedendo alla stabilizzazione di quello precario e imprimendo una consistente accelerata ai lavori di ristrutturazione di reparti importanti e vitali per il corretto funzionamento dell’Hub di Cosenza». «Queste misure, però, – conclude Bevacqua – seppure importanti e fondamentali, da sole non bastano a risolvere i problemi dell’ospedale dell’Annunziata se, contemporaneamente, non si rivede la rete dei servizi sanitari sul territorio. È necessario, infatti, completare il network sanitario che deve poter funzionare in maniera organica: solo così si riuscirà a garantire a tutti il massimo delle eccellenze specialistiche (negli hub), interventi di media intensità (negli spoke) e prestazioni d’assistenza ambulatoriali (nei centri salute sul territorio). Dopo le scelte scellerate degli anni passati e la persistenza del commissariamento, che tutt’ora stiamo subendo, c’è bisogno di tempo per riportare il sistema ai doverosi standard di efficienza. Ma il ripristino del ciclo virtuoso, anche nella sanità calabrese, è possibile, perché abbiamo le menti, le professionalità e l’energia indispensabili affinché in Calabria la sanità riacquisti le caratteristiche di un servizio posto a esclusiva tutela del diritto alla salute dei cittadini».

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