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Terremoti, pochi piani d'emergenza e verifiche insufficienti

La tragedia che poche ore fa ha colpito il centro Italia ci fa rendere conto – ancora una volta – come non si possa assolutamente sottovalutare il rischio sismico, al quale è particolarmente espost…

Pubblicato il: 24/08/2016 – 11:44
Terremoti, pochi piani d'emergenza e verifiche insufficienti

La tragedia che poche ore fa ha colpito il centro Italia ci fa rendere conto – ancora una volta – come non si possa assolutamente sottovalutare il rischio sismico, al quale è particolarmente esposto anche il territorio della nostra regione. Questa volta un evento luttuoso di grande portata ha colpito alcuni comuni delle aree appenniniche dell’Italia centrale tra il Lazio, l’Umbria e le Marche.
La prevenzione è il primo passo per convivere con il terremoto e limitarne i danni. Naturalmente bisogna costruire nel rispetto della normativa antisismica, ma anche – e soprattutto – adeguare e migliorare sismicamente il patrimonio edilizio già esistente, che caratterizza gran parte dei centri storici, ove sono generalmente concentrate le strutture più vecchie e antiche, progettate senza criteri antisismici, prive di studi geologici. Necessita il censimento e lo studio puntuale di questi edifici, per valutarne il grado di vulnerabilità. È bene ricordare che gran parte degli edifici esistenti sono stati realizzati antecedentemente all’introduzione della legge antisismica del 1974 (L. 64/74), quindi progettati senza alcun criterio antisismico, tra cui migliaia di edifici scolastici e tante altre strutture pubbliche, come ad esempio gli ospedali.
Al riguardo da diverso tempo l’Ordine dei Geologi suggerisce l’istituzione del “fascicolo del fabbricato”: una specie di “libretto sanitario” dell’edificio, finalizzato a valutarne – attraverso uno studio multidisciplinare – le reali condizioni sismiche, statiche, strutturali e geologiche del sito ove esso sorge. Ciò al fine di avere piena e concreta conoscenza della vulnerabilità sismica dell’edificato regionale.
È necessario accelerare e finanziare maggiormente la redazione degli studi di “Microzonazione sismica”, che individuano gli effetti locali di un sisma sul territorio. La legge n. 77/2009 stabilisce la possibilità di contributi finanziari ai Comuni anche per interventi strutturali per il rafforzamento locale o il miglioramento sismico degli edifici. Tuttavia si tratta di sforzi incoraggianti ma certamente non sufficienti per via delle sempre esigue risorse finanziarie disponibili. La politica deve necessariamente sforzarsi per una maggiore incentivazione di tali iniziative.
È fondamentale che vengano adeguati ed aggiornati i Piani di Emergenza Comunali – strumenti indispensabili per la prevenzione dei rischi su scala comunale – e che questi vengano realmente utilizzati dai Comuni e divulgati tra la popolazione. I Piani di Emergenza raccolgono l’insieme delle procedure operative d’intervento per fronteggiare le calamità attese in un determinato territorio. Al riguardo, la legge n. 100/2012 stabilisce che i Comuni devono dotarsi di un Piano di Emergenza costantemente aggiornato. Tuttavia, attualmente, nonostante l’obbligo dettato dal disposto normativo, soltanto circa il 50% dei Comuni calabresi si è dotato di tale Piano e la Calabria rappresenta il fanalino di coda rispetto ad altre regioni: anche in questo caso è un problema di risorse finanziarie che non permettono ai Comuni di realizzare un piano di sicurezza adeguato.
La Legge Sismica regionale attualmente prevede procedure di verifiche rigorose sui progetti di una certa importanza per volumetria e dimensione, per cui una buona parte dei progetti viene verificata. Tuttavia, al fine di un maggiore controllo degli interventi sul territorio, è auspicabile che tali verifiche vengano estese alla totalità dei progetti. All’uopo necessita il potenziamento delle strutture tecniche regionali attualmente ancora fortemente carenti soprattutto per la componente geologica: bisogna potenziare la presenza di geologi nelle strutture tecniche per la verifica degli elaborati geologici a corredo delle progettazioni. L’Ordine dei Geologi da molto tempo evidenzia tale criticità.
È fondamentale – altresì – istruire la popolazione nelle attività di protezione civile. Il territorio regionale è particolarmente esposto al rischio sismico, per cui bisogna essere sempre pronti a fronteggiare l’eventualità che un “forte” terremoto si possa verificare da un momento all’altro.
L’Ordine dei geologi da diverso tempo organizza tra i cittadini – con grande spirito di servizio – attività divulgative sui rischi territoriali, per erudirli sui rischi ai quali è esposto il territorio in cui risiedono. L’educazione della popolazione rispetto ai rischi del territorio rappresenta il primo passo verso la strategia della prevenzione.
L’Ordine dei geologi della Calabria esprime profondo cordoglio per la tragedia avvenuta e, attraverso un accordo tra il Consiglio nazionale dei Geologi e il dipartimento nazionale di Protezione civile – che prevede attività di volontariato per le emergenze di tipo “C” ( L. 225/92) – si è reso disponibile per inviare geologi professionisti esperti, opportunamente formati, nelle aree colpite dal sisma.

* Presidente Ordine Geologi Calabria

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