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«Nessuna aggressione a Raffa. Altri, però, si sono dimessi»

Nessuna aggressione politica, nessuna polemica, nessuno scontro, tantomeno personalizzato come si vorrebbe far apparire, solamente la volontà di chiarire ciò che sta avvenendo soprattutto a benefic…

Pubblicato il: 26/08/2016 – 16:14
«Nessuna aggressione a Raffa. Altri, però, si sono dimessi»

Nessuna aggressione politica, nessuna polemica, nessuno scontro, tantomeno personalizzato come si vorrebbe far apparire, solamente la volontà di chiarire ciò che sta avvenendo soprattutto a beneficio dei cittadini che guardano con grande attenzione, e grandi aspettative, alla nascita di questo nuovo ente.
Qui non è una questione politica ma di correttezza istituzionale. Non esiste alcuna dicotomia tra Raffa e Falcomatà. Chi tenta di mettere la questione su questo piano sta certamente sbagliando il tiro. L’ordine del giorno votato dal Consiglio metropolitano è chiarissimo. Siamo di fronte alla necessità di accelerare l’iter di costituzione del nuovo Ente, che è guidato da rappresentanti democraticamente eletti con un affluenza al voto elevatissima, dalla quasi totalità degli amministratori dei Comuni della Città metropolitana.
Siamo convinti che ognuno abbia il preciso dovere di anteporre sempre il bene delle istituzioni al proprio destino personale. Crediamo che perpetrare il regime di prorogatio per qualche decina di giorni o qualche mese non avrebbe alcuna utilità per l’Ente, ma soprattutto non la avrebbe per i cittadini, che attendono che la Città metropolitana entri davvero nel pieno delle sue funzioni.
Guardiamo a ciò che è avvenuto in altri contesti, ad esempio a Venezia o Messina, dove il processo di transizione è stato gestito conferendo agli eletti l’agibilità più assoluta. Abbiamo affermato chiaramente in Consiglio metropolitano che la richiesta di dimissioni nei confronti del presidente Raffa non è un’offesa verso la sua persona, ma risponde alla necessità di accelerare l’iter e conferire pieni poteri alla Città metropolitana.
Non ha senso continuare a trincerarsi dietro le debolezze della Legge Delrio. Nonostante questa riforma abbia avuto il merito di rispondere ad una domanda di rinnovamento attesa da anni, è vero che alla luce dei fatti il testo normativo necessita quantomeno di una revisione. Nessuno mette in dubbio che la riforma abbia dei limiti o delle mancanze da colmare sul piano interpretativo. Lo abbiamo affermato durante la prima riunione del Consiglio metropolitano e lo stesso sindaco Falcomatà ha sollevato la questione anche nelle sedi romane.
Ma proprio in virtù di questi aspetti è bene ricordare come altri presidenti di Provincia in Italia abbiano superato il vulnus riscontrato, dimettendosi responsabilmente alla scadenza naturale del mandato o all’elezione del Consiglio metropolitano e consegnando pieni poteri a quest’ultimo ed al sindaco metropolitano, senza che venisse nominato alcun commissario. Nessun timore dunque, il caso di Venezia è emblematico. E per citare le parole della ex presidente della Provincia di Bologna Beatrice Draghetti, riteniamo che «quando le norme in vigore sono deficitarie é importante fare di tutto per compensare una situazione sfavorevole, che danneggerebbe l’erogazione dei servizi e la sicurezza dei cittadini».
L’invito dunque deve essere quello di abbassare i toni. Non c’è alcuna volontà di andare contro, semmai la necessità di guardare avanti, di rispondere in modo celere ed efficace alle esigenze che il territorio ci sottolinea. Riteniamo sia il momento di dimostrare grande compattezza e senso delle istituzioni. Il presidente Raffa non perda questa occasione.

*Riccardo Mauro, Caterina Belcastro, Filippo Bova, Antonino Castorina, Salvatore Mafrici, Demetrio Marino
Antonino Nocera, Filippo Quartuccio, Fabio Scionti, Pierpaolo Zavettieri, Giuseppe Zampogna e Domenico Giannetta

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