CAMIGLIATELLO SILANO «La riforma costituzionale sarà utile per il Sud, che avrà una rappresentanza diretta in Parlamento». Lo ha detto il deputato del Pd Emanuele Fiano, parlando con i giornalisti a Camigliatello Silano a margine della manifestazione “Stelle del Sud”, organizzata dall’associazione Assud. Al dibattito sulla riforma costituzionale, moderato da Paolo Pollichieni (direttore de Il Velino e del Corriere della Calabria) hanno partecipato anche Nicola Morra (senatore M5S), Armando Siri (Noi con Salvini), Cosimo Ferri (sottosegretario alla Giustizia), Doris Lo Moro (senatrice Pd) e Francesco Paolo Sisto (deputato di Forza Italia).
«In più – ha aggiunto Fiano – ci sarà uno snellimento delle procedure legislative che consentirà di fare cose che fino ad oggi non si è riusciti a fare. I consiglieri regionali del meridione che saranno scelti per fare i senatori della Repubblica avranno la possibilità diretta di influire su tutte le scelte dello Stato. La riforma, dunque, in questo senso, aiuterà il Sud e rappresenta una grande speranza per fare dell’Italia un Paese più europeo, moderno ed efficiente. Ci sarà la possibilità di approvare quegli interventi che il sud aspetta da troppi anni».
«Questo governo – ha detto il sottosegretario Ferri – è nato per fare le riforme, le più importanti delle quali sono quelle della giustizia, del lavoro, la riforma fiscale e della pubblica amministrazione. Riforme che consentiranno di voltare pagina e di dare risposte concrete ai bisogni della gente. La parola chiave di queste riforme – ha aggiunto Ferri – è semplificazione. Ciò che dobbiamo fare cioè è semplificare, evitare tutti quei passaggi farraginosi che non consentono alla politica di dare quelle risposte che il mercato, l’economia e la gente vogliono. Servono una giustizia che funzioni e meno pressione fiscale. La riduzione dei costi della politica che deriverà dalle riforme dovrà servire per ridurre la pressione fiscale. Così come dobbiamo eliminare la burocrazia inutile. In Europa – ha concluso il sottosegretario – il nostro Paese è l’unico ad avere un sistema bicamerale perfetto e quindi la riforma costituzionale va letta in quest’ottica di riduzione dei costi e di maggiore vicinanza al territorio».
Di tenore opposto le considerazioni di Francesco Paolo Sisto, capogruppo di Forza Italia in Commissione affari costituzionali della Camera: «Bisogna votare No al referendum costituzionale perché questa è una riforma che indebolisce il Parlamento rispetto al governo perché basta ridurre le funzioni legislative, come Renzi si ripromette di fare, per rafforzare quelle dell’esecutivo. Un esempio che conferma questa considerazione – ha aggiunto Sisto – è quello della legge che il Governo presenta e che diventa esecutiva nel momento in cui la Camera non l’approva entro il termine di 70 giorni. Questa è la dimostrazione che il Parlamento, nel momento in cui sarà approvata questa riforma, sarà ridotto davvero a zero. Non sappiamo, e questo è un altro esempio negativo di questa riforma, come saranno eletti i senatori, chi saranno e quale sarà il criterio della loro selezione, elemento lasciato volutamente nel vago». «Sono convinto inoltre – ha detto ancora Sisto – che questa è una riforma che sostanzialmente indebolisce la Costituzione. Si tratta, in sostanza, di una riforma “politica” della Costituzione e di fatto autoritaria, ideata e approvata da pochi ed è un provvedimento che essendo politico soffre di tutte le negatività e delle patologie di Renzi. Basti pensare a quello che ha fatto il presidente del Consiglio con i tg della Rai e con il cambio dei direttori di alcune testate. O ancora a quello che si è fatto sulle unioni civili, con un voto di fiducia imposto su un tema etico. Una violenza sul Parlamento senza precedenti. Nemmeno nelle peggiori dittature si e’ arrivati a questo. Forza Italia – ha concluso Sisto – rivendica un No cosciente a questa riforma in relazione anche alla situazione politica in cui questo governo ci ha condotti: economia sotto zero, meno entrate, debito pubblico più alto di questi ultimi trent’anni, con il sud abbandonato a se stesso».
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