COSENZA I carabinieri del Ros e del comando provinciale di Cosenza hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 14 persone appartenenti a un’organizzazione criminale dedita all’usura e all’estorsione aggravate dalle finalità mafiose. Al centro delle indagini del Ros c’è un sodalizio criminale, emanazione delle cosche federate Cicero-Lanzino e Rango-Zingari, egemoni sulla città di Cosenza. Secondo le indagini usando i capitali della ‘ndrangheta avrebbero elargito prestiti con l’imposizione di tassi d’interesse fino al 30% mensile. Tra le persone arrestate c’è anche Francesco Modesto, calciatore professionista, oggi svincolato, che ha giocato in società di serie A e B (Cosenza, Palermo, Reggina, Genoa, Bologna, Parma Pescara e Crotone).
GLI ARRESTATI Oltre al calciatore Modesto tra gli arrestati ci sono anche suo suocero Luisiano Castiglia, i presunti boss Francesco Patitucci e Maurizio Rango, Massimo Brunetti, Francesco Magurno, Gianfranco Bevilacqua, Ermanna Costanzo, Domenico Fusinato, Giuseppe Garofalo, Giovanni Guarasci, Danilo Magurno, Mario Mandoliti e Giuseppe De Cicco.
L’INCHIESTA L’indagine scaturisce dall’esito delle risultanze investigative incentrate principalmente sulla raccolta e analisi delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Roberto Violetta Calabrese, che hanno consentito di far piena luce sulla ramificata attività di usura posta in essere dagli odierni indagati, a vario titolo, per conto delle cosche federate “Lanzino-Cicero” e “Rango-Zingari” egemoni sulla città di Cosenza, utilizzando il denaro contante proveniente dalla “cassa comune” della ‘ndrangheta cosentina.
I riscontri effettuati alle dichiarazioni del collaboratore hanno documentato l’esistenza di un collaudato sistema usurario posto in essere da alcuni affiliati alle citate consorterie che, in totale accordo, utilizzando denaro della “bacinella” della ‘ndrangheta cosentina, elargivano rilevanti prestiti ad imprenditori in difficoltà economiche, prevalentemente del settore edile, con l’imposizione di tassi d’interesse sino al 30% mensile.
È stato accertato come il recupero dei crediti erogati ed il rispetto degli accordi usurari venissero garantiti anche con il ricorso a violenze e minacce nei confronti degli stessi imprenditori. In tale ambito, è altresì emersa l’imposizione di assunzioni e la realizzazione di lavori edili in favore degli indagati e di imprese agli stessi riconducibili, quale corrispettivo delle somme di denaro dovute dalle vittime al sodalizio.
Dalle indagini è emerso il coinvolgimento di uno degli indagati, Mario Mandoliti legato a Luisiano Castiglia elemento di spicco della cosca Lanzino-Cicero nel tentato omicidio di Sandro Calabrese Violetta fratello del collaboratore di giustizia, consumato nei giorni immediatamente successivi alla sua defezione e finalizzato a farlo recedere dall’avviata collaborazione con la giustizia.
È stato, poi, accertato il coinvolgimento nell’attività di finanziamento della cosca del calciatore professionista, attualmente svincolato, Francesco Modesto, già in forza al Crotone Calcio e militante in passato di numerose società calcistiche di serie A e B.
L’operazione, coordinata dal procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri, dagli aggiunti Giovanni Bombardieri e Vincenzo Luberto e dal sostituto Pierpaolo Bruni, attualizza uno sforzo investigativo in atto da diversi anni sulla città di Cosenza, evidenziando come le cosche federate “Cicero-Lanzino” e “Rango-Zingari” benché fortemente ridimensionate, siano comunque sempre attive nella gestione degli affari illeciti.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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