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«Le interdittive antimafia non colpiscano i posti di lavoro»

REGGIO CALABRIA La tutela dei posti di lavoro e della continuità aziendale per le imprese colpite da interdittiva antimafia. È un coro unanime quello che emerge dal consiglio comunale, nella seduta…

Pubblicato il: 30/08/2016 – 14:10
«Le interdittive antimafia non colpiscano i posti di lavoro»

REGGIO CALABRIA La tutela dei posti di lavoro e della continuità aziendale per le imprese colpite da interdittiva antimafia. È un coro unanime quello che emerge dal consiglio comunale, nella seduta aperta di questa mattina. I rappresentanti delle associazioni di categoria, gli imprenditori e i lavoratori sono intervenuti, alimentando il dibattito in Aula dove è stata votata all’unanimità una mozione con la quale il Consiglio comunale dichiara «la propria volontà di tutelare i livelli occupazionali dei lavoratori le cui ditte sono state colpite da interdittive antimafia, nonché la continuità di opere, funzioni e servizi» e impegna il sindaco a incentivare «l’applicazione della prevista possibilità normativa, nei casi tassativamente previsti dalla legge, di disporre una straordinaria e temporanea gestione attraverso la nomina di commissari prefettizi al fine di tutelare i livelli occupazionali e l’erogazione di servizi in favore della collettività».
La mozione impegna il primo cittadino, inoltre, a trasmettere l’ordine del giorno e la relativa discussione in Consiglio al tavolo nazionale Anci e a chiedere al governo la possibilità «di rivedere la normativa e di estendere l’applicazione della normativa di straordinaria e temporanea gestione, al fine di tutelare i livelli occupazionali delle imprese colpite da interdittiva, anche nei casi oggi non tassativamente previsti dalla legge».
«Questa amministrazione combatte la ‘ndrangheta, ma è pur vero che non vogliamo che passi il messaggio che con le mafie si lavora e con lo Stato no», ha esordito nella sua relazione l’assessore comunale alla Legalità Giovanni Muraca.
Il presidente di Confindustria di Reggio Andrea Cuzzocrea ha evidenziato quelli che, a suo avviso, sono gli effetti «paradossali» prodotti dalle interdittive sul territorio e sul suo tessuto economico e sociale: «Siamo favorevoli allo strumento, ma bisogna discutere sui suoi effetti sul territorio. Si tratta di difendere quel poco che rimane dell’economia del nostro territorio, senza perdere di vista la lotta alla criminalità organizzata».
Il numero uno degli industriali reggini ha criticato lo strumento amministrativo che «nel tempo ha subito una evoluzione», giudicata però negativa da Cuzzocrea: «Basta una frequentazione da parte dell’imprenditore con un soggetto “controindicato” perché scatti questa misura. È altrettanto paradossale – ha aggiunto il presidente di Confindustria – che nel caso della misura drastica del sequestro venga garantita la continuità aziendale e la tutela dei posti di lavoro, mentre con l’interdittiva accade il contrario».
«Dal 2008 ad oggi sono stati registrati 250 i ricorsi contro le interdittive e sono 400 le imprese colpite da interdittive nella provincia di Reggio Calabria. Non ci sono province che hanno un dato di questo genere», ha spiegato Cuzzocrea che, successivamente, ha elencato tre proposte di modifica della legislazione attuale in materia di interdittiva antimafia: «Sia la magistratura a valutare la necessità di procedere all’applicazione della misura; i criteri siano anticipatori di fatti concreti e non di indagini probabilistiche e sia garantita la continuità aziendale delle imprese».
Sul tema sono intervenuti in Aula anche il consigliere regionale e segretario provinciale del Partito democratico Sebi Romeo e il coordinatore regionale di Libera Mimmo Nasone. Il primo ha elogiato l’amministrazione comunale per aver dedicato la seduta del Consiglio ad una «questione difficile e scivolosa». Secondo il capogruppo Pd a palazzo Campanella «occorre individuare la soluzione per salvaguardare il tessuto sociale ed economico della città, senza intralciare l’attività volta a contrastare l’inquinamento da parte della criminalità organizzata. Spesso i lavoratori – ha detto Romeo – sono penalizzati due volte: perdono il lavoro perché la ‘ndrangheta ha occupato illecitamente uno spazio economico. Reggio vive una fase delicatissima. Oggi può scrivere una pagina importante».
Duro il sindaco Giuseppe Falcomatà, nel suo intervento. Il primo cittadino ha stigmatizzato l’assenza e il silenzio delle associazioni e dei cittadini: «In questa Aula ci sono alcune pesanti assenze. Registriamo sei interventi da parte del pubblico. Manca fortemente in quest’Aula la città. Questa è la cosa più mortificante. Dove sono i cittadini? Le associazioni e le parti sociali? Sono silenti, non danno un contributo alla discussione. È una città – ha tuonato Falcomatà – dove mancano i corpi intermedi. In questo dibattito era importante la voce della città. Siamo lenti nello schierarci dalla parte della legalità e del lavoro. Il nostro obiettivo è quello di sollecitare alla modifica di una legge che porta a effetti collaterali negativi sul territorio. Non possiamo nascondere la testa sotto la sabbia».

red. rc.

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