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«Falcomatà impugni il decreto 64 di Scura»

REGGIO CALABRIA «Il duo Scura&Urbani, con il Dca n. 64/2016, ha assegnato 10 posti letto all’Annunziata di Cosenza e 40 posti letto ad una casa di cura privata di Crotone della specialità Reuma…

Pubblicato il: 01/09/2016 – 16:10
«Falcomatà impugni il decreto 64 di Scura»

REGGIO CALABRIA «Il duo Scura&Urbani, con il Dca n. 64/2016, ha assegnato 10 posti letto all’Annunziata di Cosenza e 40 posti letto ad una casa di cura privata di Crotone della specialità Reumatologia. Zero posti letto all’area della nostra provincia. Ancora peggio, il mitico duo ha lasciato un unico punto nascita ai Riuniti disattivando quelli di Villa Aurora e Villa Elisa con un carico sull’Unità operativa di Ostetricia dei Riuniti che si aggirerà sui tremila parti annui». È quanto scrive il segretario aziendale dell’Ao di Reggio e consigliere nazionale Anaoo-Assomed Gianluigi Scaffidi in una lettera indirizzata al sindaco Giuseppe Falcomatà.
«Già prima della nota inchiesta “Malasanitas”, questa Uo – prosegue la lettera – stentava a garantirne in modo corretto 2000. È evidente che, per di più nelle condizioni attuali disastrate sotto il profilo organizzativo, non potrà garantire nemmeno un parto in più, figuriamoci mille. Sembrerebbe, fra l’altro, che il punto nascita dell’Ospedale di Reggio sia stato riscontrato privo dei requisiti di legge dopo un’ispezione della commissione di vigilanza richiesta addirittura dal duo Scura&Urbani che, oggi, fanno finta di nulla. Questa assurda programmazione è stata posta in essere in quanto Scura&Urbani anziché rispettare il principio vigente in legge nazionale che “il privato integra le carenze del pubblico” hanno consentito alle case di cura di scegliersi le specialità invertendo il sopra richiamato principio di salvaguardia della sanità pubblica. A tal punto, vista la manna caduta dal cielo di Scura&Urbani, le Case di cura non hanno esitato a dismettere specialità onerose per dedicarsi a cose meno impegnative (lungodegenze e riabilitazione) e, quindi, più remunerative».
«Avevo interessato della vicenda – scrive ancora Scaffidi – il direttore generale dell’Ao di Reggio Calabria che, però, mi ha risposto testualmente: “Appare ben strano che le sue se pur legittime osservazioni e correlate doglianze siano rivolte a questa Direzione anziché alla competente Struttura commissariale “Piano di rientro”. In sostanza, il direttore generale dell’Ao di Reggio ritiene che i problemi evidenziati non siano affari suoi. Qualcuno potrebbe spiegargli cosa prevede il ruolo di direttore generale di un’Azienda ospedaliera? Magari con parole precise calcolate con il compasso di modo che possano essere recepite con chiarezza».
«Il presidente Oliverio grida ma, come sempre, non adotta alcun atto amministrativo utile. Non mi resta che sollecitare, ancora una volta, il sindaco della mia Città che ha legittimazione all’impugnazione del Dca n. 64/2016 fino al prossimo 5 settembre. Pertanto, poiché non mi è giunto riscontro né di prospettate impugnative né di formali proteste con richiesta di correggere il Dca n. 64/2016 relativamente alle due specialità sopra enunciate, sollecito, nell’interesse della cittadinanza e della più ampia utenza derivante dall’area metropolitana, ad intervenire con urgenza. Chiedo anche il dovuto intervento tecnico – conclude Scaffidi – del dirigente generale del Dipartimento Tutela della Salute, che legge per conoscenza. Invio anche la presente al Tavolo di Verifica pur nella certezza dell’inutilità dell’invio in quanto tale Tavolo sta dimostrando, anche di fronte ad un fatto gravissimo come quello sul punto nascita (cavallo di battaglia della Ministra che invita a procreare ma poi non sapremmo dove mettere al mondo i procreati) la propria ignavia».

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