CATANZARO Una lettera a Mario Oliverio per promuovere un dialogo che consenta alla sanità calabrese di voltare pagina. La sta scrivendo Massimo Scura che al cronista si limita a confermare: «Manderò subito una lettera personale e riservata al presidente Oliverio. I segnali che ho colto leggendo i media sono incoraggianti».
Nel merito e sui contenuti il commissario resta abbottonatissimo. Le istituzioni non dialogano sui giornali, taglia corto, e poi sottolinea che sarebbe un grave sgarbo istituzionale far sapere le cose con dichiarazioni pubbliche. E siccome lui non ha mai inteso mancare di rispetto al presidente della Regione Calabria, affiderà le sue considerazioni, appunto, a una lettera riservata i cui contenuti tali resteranno fin quando insieme al presidente non si deciderà diversamente.
Consegna del silenzio, ovviamente, anche da parte del governatore, del resto lui il suo pensiero lo ha esplicitato pubblicamente da ultimo intervenendo alla festa dell’unità di Amantea: il suo obiettivo non è prendere il posto di Scura, ma cambiare la sanità calabrese e questo ancora non sta avvenendo.
Inutile dire che attorno a questo dialogo a distanza si rianima il dibattito politico e non solo in Calabria. Anche a Roma, infatti, guardano con dichiarato interesse all’ipotesi di un nuovo scenario nelle relazioni tra la Regione Calabria e l’ufficio del commissario. Molti auspicano che il disgelo prosegua e dia risultati, ma non mancano quelli che una certa malcelata preoccupazione la nutrono. La contrapposizione dura e frontale che fin qui ha caratterizzato i rapporti tra i commissari e il governatore ha consentito varchi nei quali mestatori di professione hanno potuto proteggere posizioni di vantaggio e privilegi fin qui sopravvissuti a tutte le stagioni politiche.
Pa.Po.
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