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Usura, confiscati a Lamezia beni per oltre 1,5 milioni

LAMEZIA TERME La guardia di finanza di Lamezia Terme ha confiscato beni per un valore complessivo di oltre 1,5 milioni riconducibili a sei soggetti. Quest’ultimi sono coinvolti nel processo scaturi…

Pubblicato il: 05/09/2016 – 6:14
Usura, confiscati a Lamezia beni per oltre 1,5 milioni

LAMEZIA TERME La guardia di finanza di Lamezia Terme ha confiscato beni per un valore complessivo di oltre 1,5 milioni riconducibili a sei soggetti. Quest’ultimi sono coinvolti nel processo scaturito dall’operazione “Lex genucia” condotta dalle fiamme gialle nel 2012 e che portò alla sbarra dieci persone, tutti arrestati con l’accusa di aver vessato con prestiti usurari diversi imprenditori locali in condizoni di difficoltà finanziarie.
Al vaglio della Corte di cassazione sono arrivate le posizioni giudiziarie di sei imputati, per altri tre la situazione resta sotto esame della magistratura mentre l’ultimo soggetto nel frattempo ha già patteggiato la pena.
Anche la Suprema corte ha ora ritenuto esatte le conclusioni investigative dei finanzieri ed il conseguente impianto accusatorio della procura lametina, ribadendo ancora una volta la responsabilità penale dei sei imputati, che avevano invano proposto ricorso rispetto alle condanne già subite in primo e secondo grado di giudizio.
Non solo, la Corte di cassazione, nel dichiararli definitivamente colpevoli di usura, ha pure disposto per due di essi la confisca altrettanto definitiva dei beni già sequestrati preventivamente dalla guardia di finanza (in applicazione dell’art 12 sexies della legge 356/92).
Nei giorni scorsi, quindi, il gruppo della guardia di finanza di Lamezia Terme ha dato esecuzione alle misure ablatorie sottoponendo a confisca – oramai divenuta irrevocabile – beni per un complessivo valore superiore a 1,5 milioni di euro.
Nello specifico, l’esecuzione del provvedimento ha interessato beni immobili, fra cui due ville ubicate sul territorio lametino, denaro per oltre 100mila euro, beni mobili di pregio ed anche le quote societarie di una nota impresa, tuttora mantenuta operante, sotto la gestione dell’amministrazione giudiziaria. Tutti i beni sono stati tolti dalla materiale disponibilità dei condannati, per essere trasferiti al patrimonio dello Stato, che ora li destinerà a fini istituzionali o sociali.

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