CATANZARO È la guerra della grande distribuzione. Si apre periodicamente in Calabria. E muove truppe che non si fermano al mondo dell’imprenditoria: la politica, di solito, gioca un ruolo fondamentale assieme alla burocrazia. A Catanzaro il conflitto si è riacutizzato nelle scorse settimane. Adesso si è trasformato in un procedimento giudiziario: un’inchiesta nella quale la Procura di Catanzaro ha riunito due esposti (quello del gruppo Noto, concessionario di Auchan, e quello del proprietario dell’immobile che ospita Eurospin). Il fascicolo è sul tavolo di Nicola Gratteri e sono iniziati i primi interrogatori. Sarà un viaggio, quello della Procura, tra scartoffie burocratiche e permessi. Ma anche attraverso un sistema economico che muove milioni di euro.
(La Procura di Catanzaro)
LEGAL THRILLER AL QUADRATO Denunce, controdenunce, documenti controversi e caos. Ci sarebbero elementi utili a uno scrittore di legal thriller nella vicenda che da anni ormai coinvolge un edificio di proprietà di Francesco Squillace, imprenditore: l’apertura di un supermercato a marchio “Eurospin” proprio in quel fabbricato e la famiglia Noto che a Catanzaro e in Calabria è proprietaria di decine di supermercati e di diversi centri commerciali. Un triangolo che però è diventato un quadrato a causa del coinvolgimento diretto del Comune, chiamato a prendere posizione sulle irregolarità contestate da Floriano Noto alla costruzione del fabbricato di via Lombardi (a un centinaio di metri da un supermercato di proprietà dell’impresa della famiglia Noto, la Az spa) e alle quali, ovviamente, si oppongono sia Squillace che l’imprenditore che ha aperto il supermercato a marchio Eurospin, la ditta Rotundo e figli. Per Noto, quel fabbricato insiste sull’area che avrebbe dovuto ospitare il tracciato di una strada di collegamento tra la tangenziale Ovest di Catanzaro e il quartiere Germaneto, o meglio alla sede della Cittadella regionale.
NOTO DENUNCIA PER PRIMO Tutto parte da una denuncia del 2014 presentata da Noto. L’imprenditore aveva già chiesto verifiche sul fabbricato (costruito diversi anni prima e nel quale ormai da una decina di anni operano alcune attività commerciali tra le quali la filiale di una banca) agli uffici del Comune di Catanzaro. Ed è a quel punto che si sono manifestati i primi problemi. La denuncia presentata dalla società Az spa nasce dai manifesti pubblicitari. È vedendo quelli di “Splendidi e Splendenti” all’interno di un complesso immobiliare di proprietà della Metro Center srl che Noto si accorge della costruzione di opere che, a suo dire, non potrebbero stare in quell’area. “Business in business” è la massima che funziona in questi casi: la società chiede l’accesso agli atti, vuole verificare che sia tutto conforme alle «normative vigenti in materia urbanistica e commerciale». È qui che inizia la prima fase della storia: per Az è complicato mettere le mani su quelle carte. Questo perché il settore Attività economiche del Comune «assumeva, sin dall’inizio, un atteggiamento non consono nei confronti della società, non consentendo l’accesso alla documentazione (…) senza fornire alcuna motivazione». È la descrizione di un muro di gomma, abbattuto solo dopo una serie di diffide, e per di più soltanto in parte. Dopo aver dato un’occhiata ai documenti, la società rileva «gravi irregolarità nell’istruzione della pratica». E invita gli uffici comunali a bloccare tutto: sia “Splendidi e Splendenti” che Brico ed Eurospin.
Il Comune cosa fa? Niente, secondo la denuncia. Questa parte della vicenda si svolge nella primavera del 2014. A luglio, l’ingegnere Antonio Enrico Agosteo, consulente di Az, mette nero su bianco «una serie di irregolarità» tra le quali la «dolosa infedeltà dei progetti e dell’illegittimità delle procedure di assenso seguite». Fuori dai tecnicismi: secondo il perito di parte, il fabbricato insiste sull’area che avrebbe dovuto ospitare il tracciato di una strada che avrebbe dovuto collegare la tangenziale Ovest di Catanzaro al quartiere Germaneto, o meglio alla sede della Cittadella regionale. Dalle carte del Comune emergerebbe «l’infedele rappresentazione grafico-progettuale del tracciato della strada che dovrebbe assicurare il collegamento fra la statale 280 “dei Due Mari” e la statale 19».
(La vallata in cui sarebbe dovuta passare la strada)
Questa rappresentazione avrebbe consentito alla ditta di «occultare artatamente» le interferenze tra la sede stradale e il progetto di parcheggi e piazzali nell’area dell’edificio. Insomma, un illecito, secondo le valutazioni del tecnico consultato da Az. Che, nel suo esposto, fa ripetuti riferimenti all’inerzia del Comune e parla di «gravissimo pericolo per la pubblica incolumità» riferendosi ai lavori. Passano i mesi e il 27 gennaio 2016 il settore Edilizia privata rileva alcune illegittimità sull’immobile ma spiega che «non sussistono le condizioni di legge per provvedere alla dichiarazione di illegittimità e annullamento dei titoli abitativi». Nel suo esposto, Noto cita anche uno «strano provvedimento» del settore Edilizia sul quale si sono imperniate una serie di pronunce del Tar contro la realizzazione dell’immobile. L’ipotesi di fondo è chiara: gli uffici dell’amministrazione comunale hanno seguito procedure dubbie con il risultato di remare a favore di Metro Center. Questo perché, pur in presenza di «gravi irregolarità», sono rimasti inerti.
SQUILLACE: NOTO DICE IL FALSO Dove c’è un ricorso arriva anche il controricorso. Squillace, infatti, risponde che quei documenti (presentati da Az) non corrispondono a quelli ufficiali depositati presso la Provincia di Catanzaro nei quali invece si chiarisce che la strada si sarebbe costruita ben più a valle, a distanza di qualche centinaio di metri. Intanto, in attesa della pronuncia della Procura di Catanzaro, al documento di avvio dei lavori presentato da Squillace, il Comune non aveva fatto pervenire alcuna opposizione, almeno fino a due giorni dalla scadenza del termine, opponendo la mancata individuazione delle aree parcheggio all’interno della documentazione sottoposta. La risposta della ditta Rotundo, poi accolta dal Tar qualche giorno fa, sottolineava come nella documentazione c’era non solo l’area per il parcheggio, ma anche uno studio sull’impatto veicolare su tutta la zona, firmato da uno studio di Conegliano Veneto.
(L’Eurospin in funzione)
Ottenuto il via libera dal Tar, “Eurospin” apre i battenti a fine agosto, ma qualche giorno dopo arriva un’ordinanza del Comune di Catanzaro che sospende, in via cautelare, l’attività del supermercato (con multa di 5mila euro), in attesa che si concluda il procedimento amministrativo. Lunedì 5 settembre, poi, poche ore prima della scadenza del termine per la chiusura imposta dal Comune, il Tar, con una pronuncia d’urgenza, sospende l’ordinanza del Comune e consente al supermercato di continuare l’attività almeno fino al 28 settembre prossimo, quando il Tribunale amministrativo si riunirà per decidere sul merito della vicenda.
IL SINDACO SI CHIAMA FUORI E il sindaco Abramo? A giudicare dalla nota ufficiale trasmessa da Palazzo de’ Nobili, si chiama fuori: «Il sindaco – spiega il c
omunicato del Comune – è tenuto a osservare una posizione di netta neutralità e di non ingerenza nell’attività amministrativa dei dirigenti, avendo egli solo compiti di indirizzo e di controllo. Non esiste, in questo come in tutti gli altri procedimenti, alcun atteggiamento ostruzionistico nei confronti dell’iniziativa imprenditoriale in questione. Il Comune è interessato a favorire la libera concorrenza e incentivare l’occupazione». Toccare i fili della grande distribuzione, a qualche mese dalle elezioni, è troppo complicato per la politica. Meglio che se la sbrighi Gratteri.
Pablo Petrasso
Alessandro Tarantino
redazione@corrierecal.it
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