CROTONE «C’è una grave e drammatica “questione” che riguarda l’intero sistema educativo, formativo e scolastico in Calabria. Da una parte, ad ogni livello, la Calabria viene considerata e definita regione a “rischio” e area “critica” per l’alto indice di densità della criminalità organizzata, per la povertà educativa, per lo spopolamento demografico soprattutto giovanile (dal 2000 al 2010 oltre 30 mila giovani hanno lasciato la Calabria) e dall’altra non si compiono le iniziative occorrenti e necessarie a promuovere politiche di sostegno allo sviluppo a partire dal rafforzamento e potenziamento del primo e principale presidio di legalità e di dignità: la Scuola. La Calabria e il Sud stanno subendo un continuo impoverimento delle proprie energie e risorse umane intellettuali che per effetto della riforma della “Buona Scuola” sono state sottratte e lontanamente impegnate».
L’ha detto la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco, incontrando a Catanzaro il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Diego Bouchè, «che ringrazio – ha aggiunto – per la cortese disponibilità all’ascolto delle tante istanze di moltissimi docenti che subiscono i contraccolpi della riforma che rischia di offuscare la positiva intenzione di ridare slancio al sistema scolastico e formativo per consentire all’Italia di fronteggiare le sfide della modernità». Al dottor Bouchè, la consigliera regionale ha rappresentato «il “caso” preoccupante e significativo di un’intera classe d’insegnanti nelle discipline economiche e giuridiche di Crotone, la città in cui più alto è il tasso di dispersione scolastica in Calabria (31,1%) ossia in un territorio che con altre regioni del Sud detiene il primato della maggiore povertà educativa. Si tratta – ha spiegato la consigliera regionale – di docenti esperti in materie come la legalità, il senso dello Stato e delle istituzioni e le competenze civiche, il cui apporto incide positivamente sul percorso di crescita e dunque sul futuro delle giovani generazioni, e che potrebbero essere assorbiti come organico di potenziamento. Agire diversamente vorrebbe dire acuire il disagio sociale che caratterizza le nostre realtà».
Flora Sculco ha auspicato «che il governo, responsabilmente, valuti con attenzione le difficoltà complessive della Calabria, già impoverita negli anni scorsi da politiche scolastiche sbagliate e inique che hanno avuto come effetto la scarsa e inadeguata offerta di opportunità educative e formative. Oltre al disagio di centinaia d’insegnanti che dovranno abbandonare il proprio nucleo familiare, permangono questioni allarmanti, specie in contesti altamente degradati e a rischio criminalità, posto che la lotta alla mafia non può prescindere da un efficace sistema scolastico. Per evitare di allargare le diseguaglianze Nord-Sud, c’è da riflettere sul fatto che mentre nelle aree più ricche l’offerta formativa ed extracurriculare per i minori è ampia, vasta e ben articolata, nelle aree più svantaggiate come la Calabria, si riscontrano l’assenza del tempo pieno e di una offerta formativa adeguata alle esigenze territoriali oltre ad una insufficiente dotazione di infrastrutture necessarie a garantire gli standard minimi di qualità formativa».
«Per queste problematiche di particolare interesse per l’intera comunità – conclude Flora Sculco – assumerò specifica iniziativa di richiesta di confronto con il ministero della Pubblica istruzione e in particolar modo con il sottosegretario Faraone che recentemente ha avuto la sensibilità di incontrare a Crotone una folta delegazione di docenti ai quali ha fornito ampie rassicurazioni e disponibilità ad individuare e offrire opportune e adeguate soluzioni».
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