COSENZA Avrebbero organizzato una truffa nel settore della solidarietà. Otto condanne e cinque assoluzioni. Si è concluso così il processo “Cuore e sorriso”, che prende il nome delle omonime due onlus finite al centro dell’inchiesta. La base logistica dell’organizzazione, secondo l’accusa, era una palestra di Rende, la “Skorpion health club”, ma le ramificazioni coprivano tutto il territorio nazionale. Erano finiti in manette Sandro Daniele (proprietario della palestra), Arianna Mauro, Giuseppe Santoro, Simone Santoro, Giuseppe Ponzano, Alessandro Di Fino, Diego Damaggio e Manuel Intrieri.
Il Tribunale di Cosenza in composizione collegiale, presieduto dal giudice Lucia Marletta (a latere Claudia Pingitore e Giusi Ianni) ha condannato Sandro Daniele a 4 anni e 6 mesi di carcere; Arianna Mauro (4 anni); Giuseppe Ponzano (4 anni); Alessandro Di Fino (3 anni e 6 mesi); Diego Damaggio,(3 anni); Marco Filippelli (3 anni); Mattia Bibbò (2 anni e 6 mesi); e Manuel Intrieri (3 anni). Il Tribunale ha assolto Francesco Benito Voltasio, Roberto Sprovieri, Francesco Arena, Francesco Filippelli e Serena Leggio per non aver commesso il fatto. Gli imputati sono stati condannati per associazione a delinquere e il collegio ha riconosciuto le attenuanti generiche equivalenti per Diego Damaggio; Marco Filippelli e Manuel Intrieri e le attenuanti generiche prevalenti per Mattia Bibbò. Tutti condannati al pagamento delle spese processuali, alla misura di sicurezza della libertà vigilata per un anno e alla pena accessoria dell’interdizione temporanea dai pubblici uffici. Il pubblico ministero Giuseppe Visconti aveva chiesto otto condanne e quattro assoluzioni. Dell’organizzazione avrebbero fatto parte anche i fratelli Giuseppe e Simone Santoro, già condannati in abbreviato con sentenza passata in giudicato.
FINTI VOLONTARI L’operazione, scattata il 9 aprile del 2013 e condotta dall’allora sostituto procuratore Salvatore Di Maio (oggi sostituto alla Corte d’Appello di Catanzaro) – sgominò una vera e propria organizzazione criminale dedita alle truffe. Così il gip Enrico Di Dedda definì le due onlus di Rende “Il Sorriso” e “Il Cuore”. Il modus operandi era semplice: i membri delle due associazioni si presentavano come volontari intenti a raccogliere fondi per finalità assistenziali. I soldi così raccolti – secondo l’inchiesta – invece di essere destinati ad attività benefiche, finivano direttamente nelle tasche dei sodali del gruppo. Grazie a una lunga attività investigativa i carabinieri del Comando provinciale di Cosenza sono riusciti a ricostruire le modalità con cui agiva il gruppo. I luoghi prescelti erano soprattutto i centri commerciali, in Calabria ma non solo. La presenza dei finti volontari è stata segnalata a Siracusa, Olbia, Catania, Casalecchio di Reno (Bologna), Valmontone (Roma), Verona, Brescia e Mantova. Le “vittime” venivano avvicinate dai membri dell’organizzazione che si presentavano in coppie indossando delle pettorine con la scritta “Volunteer”. Ai potenziali donatori venivano mostrate brochure in cui erano illustrati gli scopi benefici dell’attività, la sede dell’associazione, il sito web, i recapiti telefonici. Tutto, almeno all’apparenza, in regola. Se gli ignari cittadini, convinti di fare beneficenza, effettuavano una donazione in cambio ottenevano una ricevuta con l’importo versato. Secondo le indagini, quei denari – che venivano versati su due carte “postepay” – però, venivano fatti sparire e finivano per scopi molto meno nobili. «Le intercettazioni telefoniche e gli accessi bancari e postali – scrive il gip nell’ordinanza – hanno ampiamente dimostrato come le somme raccolte per la beneficenza fossero divise, scorporate le spese vive, tra gli organizzatori del sodalizio fraudolento e i loro adepti».
Al vertice del gruppo ci sarebbe stato, secondo l’accusa, Sandro Daniele. Era lui a mettere a disposizione la base logistica dell’associazione ospitata nella palestra “Scorpion Health Club” a Rende, in quel periodo gestita da lui. Per gli inquirenti era sempre Daniele a fornire «ai sodali il denaro necessario per le spese di viaggio, di vitto e di soggiorno, nonché i mezzi per raggiungere le diverse città». Nelle sue mani finivano, poi, «i proventi delle singole truffe perpetrate».
Il collegio difensivo – composto, tra gli altri, dagli avvocati Marcello Manna, Teresa Gallici, Ugo Ledonne, Francesco Santelli, Pietro Sammarco, Angela D’Elia, Gianpiero Calabrese, Aurelio Sicilia, Valentina Spizzirri, Maurizio Nucci e Antonella Ponterio – dovrà aspettare 90 giorni per conoscere le motivazioni.
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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