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"Guerra dei supermercati", le carte dello scontro – VIDEO

CATANZARO Toccherà alla Procura di Catanzaro sbrogliare la matassa della “guerra dei supermercati” spulciando piani regolatori, circolari, commenti e osservazioni. Che sono, già, almeno in parte, c…

Pubblicato il: 08/09/2016 – 14:17
"Guerra dei supermercati", le carte dello scontro – VIDEO

CATANZARO Toccherà alla Procura di Catanzaro sbrogliare la matassa della “guerra dei supermercati” spulciando piani regolatori, circolari, commenti e osservazioni. Che sono, già, almeno in parte, contenuti negli esposti recapitati agli uffici giudiziari del capoluogo e nei documenti studiati dalla giustizia amministrativa per decidere se la nuova area commerciale avesse o no i requisiti per aprire.
La questione è banale: qualcuno ha in mano un documento falso riguardo alla strada prevista in quell’area (e, ovviamente, mai realizzata) che avrebbe dovuto unire la statale “Dei Due Mari” con la statale 19. Da una parte c’è il gruppo di Floriano Noto. Secondo il suo perito di parte quella strada, così come risulterebbe dalle carte rilasciate dal Comune, finirebbe dritta negli edifici di proprietà di Metro Center che, dunque, non potrebbero stare lì. E invece sono stati costruiti perché il progetto che li riguarda riporta il tracciato di quella via «in posizione notevolmente traslata verso valle rispetto alla progettazione della Provincia», in modo da non “scontrarsi” con abitazioni, attività commerciali e magazzini.

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(L’area interessata dallo scontro tra il gruppo Noto e Metro Center nel video realizzato da Alessandro Tarantino)

Dall’altra parte c’è la famiglia Squillace, secondo cui le carte presentate da Noto non corrispondono a quelle ufficiali depositate alla Provincia di Catanzaro. In quei documenti, secondo il costruttore, si chiarirebbe che la strada si sarebbe costruita ben più a valle, a distanza di qualche centinaio di metri. Proprio come risulta nel progetto. Tutto, insomma, ruota attorno a una strada che non c’è. E non ci sarà mai, perché il vincolo che ne prevedeva la costruzione è scaduto da qualche anno.
Torniamo ai documenti. Abbiamo cercato di selezionarli per spiegare qual è lo scenario davanti al quale si troveranno gli uffici giudiziari. Nella prima foto (foto 1 in didascalia) c’è un’immagina satellitare tratta dal Geoportale nazionale: inquadra l’area al centro della contesa. Tratteggiati in rosso si vedono gli edifici costruiti da Metro Center. Quelli che, secondo Noto, sarebbero stati realizzati senza tenere conto del vincolo sono i due in alto a destra e i due in basso a sinistra (quello che appare più “sottile” è un magazzino).

foto 1
(Foto1) L’area oggetto dello scontro in un’immagine tratta dal Geoportale nazionale

La seconda rappresentazione (foto 2 in didascalia), prova a riassumere tutte le controversie che ruotano attorno alla vicenda. Bisogna puntare l’attenzione sulle tre diverse localizzazioni della strada. Quello contornato in blu è il percorso riportato secondo una delle versioni del Prg, quella che il gruppo Noto sposa per chiedere lo stop del centro commerciale. Come si può vedere, la “strada che non c’è” tocca praticamente tutti gli edifici nella parte bassa della pianta.
Il percorso contornato in rosso, invece, è quello che risulta dall’errata posizione planimetrica riportata nel progetto degli edifici a cui fa riferimento il perito di parte della società Az (sempre Noto). L’ipotesi è che la strada sia stata “spostata” in progettazione proprio per non far emergere la sua sovrapposizione con il progetto edilizio. Al centro (tra le due vie contornate), ce n’è una che ha i bordi neri e alcune linee rosse all’interno: quella rappresenta il tracciato “ufficiale”, cioè quello della Tavola del Piano regolatore che ha valore normativo. Almeno stando a quanto si legge in una consulenza tecnica chiesta dal Tar di Catanzaro.

foto 2
(Foto 2) La carta con le tre diverse versioni della strada che avrebbe dovuto passare nei pressi del centro commerciale

È chiaro e persino scontato che le due ditte la pensino in maniera opposta. Nel silenzio del Comune bisognerà ascoltare il parere della Procura. Di sicuro c’è solo che qualcuno ha tirato fuori dalla manica una carta truccata.

Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it

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