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"Rimborsopoli", Oliverio chiede la restituzione dei soldi

CATANZARO Al rientro dalle vacanze estive i politici calabresi coinvolti nell’indagine “Rimborsopoli” hanno trovato l’amara (per loro) sorpresa. Una lettera firmata dal governatore calabrese Mario …

Pubblicato il: 12/09/2016 – 11:25
"Rimborsopoli", Oliverio chiede la restituzione dei soldi

CATANZARO Al rientro dalle vacanze estive i politici calabresi coinvolti nell’indagine “Rimborsopoli” hanno trovato l’amara (per loro) sorpresa. Una lettera firmata dal governatore calabrese Mario Oliverio e dal segretario generale della giunta Ennio Apicella con cui si chiede la restituzione delle somme destinate ai gruppi in consiglio regionale e che sarebbero state utilizzate in maniera illegittima. Una vera e propria «messa in mora» per 36 rappresentanti (più un collaboratore amministrativo) che nella scorsa legislatura sedevano a Palazzo Campanella. Il totale dei fondi da restituire supera 2,9 milioni, ma tutto lascia presagire che stia per aprirsi un lungo braccio di ferro tra la presidenza della Regione e gli attuali o ex consiglieri regionali coinvolti nell’inchiesta condotta dalla Procura di Reggio Calabria.  

LA MISSIVA DI OLIVERIO Nella lettera inviata da Oliverio si fa riferimento alla richiesta arrivata dalla Procura regionale della Corte dei conti in cui si sollecita il recupero delle somme contestate. «La richiesta di intimazione di pagamento – recita la missiva – si riferisce non solo agli importi contestati uti singulo, ma anche a quelli imputati ai consiglieri regionali facenti parte del gruppo di appartenenza». Inutile sottolineare che è soprattutto questo passaggio quello che ha fatto scattare l’allarme rosso tra i politici calabresi. Già, perché in caso di mancato rispetto dell’invito a restituire i fondi ricevuti negli anni 2010-2011-2012, tutti gli appartenenti allo stesso gruppo politico saranno chiamati a risponderne. Un bel paradosso se si considera che in diversi casi molti dei sodalizi della scorsa legislatura non esistono più per i diversi cambi di casacca degli stessi protagonisti.  

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FONDI PER TRE MILIONI Sono quasi tre i milioni che la Regione Calabria pretende dai 37 consiglieri citati dalla Corte dei conti. In testa ci sono Luigi Fedele (centrodestra, oltre 442 mila euro) e Nino De Gaetano (Pd, 424 mila euro), non a caso i due ex consiglieri finiti agli arresti domiciliari a giugno dello scorso anno e ora in attesa che termini il processo. Seguono il senatore del Nuovo centrodestra Giovanni Bilardi (oltre 357 mila euro), per cui solo nei mesi scorsi la Cassazione ha annullato le esigenze di custodia cautelare ai domiciliari, e l’ex consigliere del Pd Nicola Adamo (308 mila euro), destinatario fino a qualche mese fa del provvedimento di divieto di dimora in Calabria. Cifre decisamente minori dovranno restituire altri 32 politici.  

L’INCHIESTA Tra il 2010 e il 2012, i fondi destinati all’attività dei gruppi consiliari, secondo la Procura di Reggio Calabria, sarebbero stati utilizzati per viaggi all’estero, set di valigie, consumazioni al bar (è stato chiesto il rimborso anche di un singolo caffè), cene conviviali, telefoni cellulari, tablet, gite alle terme e soggiorni in albergo di persone estranee al consiglio regionale. Un giro di migliaia di euro, insomma. Soldi che adesso la Regione vuole recuperare.  

an. ri.

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