COSENZA Tonino Napoli se n’è andato a 67 anni, sopraffatto da una brutta malattia. Il maestro di cucina era molto noto a Cosenza per aver diretto, per moltissimi anni, il ristorante Pantagruel nel centro storico di Rende. Ma oltre che un eccellente cuoco, Napoli è stato anche un profondo conoscitore della politica. Si era formato alla scuola politica del Partito comunista italiano ed è stato per diverso tempo, pur essendo originario di Parenti, il segretario della sezione Lenin di via Popilia, uno dei quartieri più popolari della città. A Cosenza si fece conoscere soprattutto per la sua professione di pescivendolo, anzi di “piscinaru”. Aveva la bottega a via Alimena, nel cuore borghese della città e ai clienti non vendeva solo prodotti ittici di qualità, ma dispensava anche consigli su buone letture. I dirigenti del Pci non lo amarono mai veramente e presto divenne bersaglio anche del vecchio Giacomo Mancini. Celebre la sua battuta che ripeteva a chi gli ricordava dell’ostracismo mostrato nei suoi confronti dal vecchio leone socialista: «Ditegli che i pescivendoli hanno fatto la Rivoluzione Francese». Divenne ristoratore di qualità. Prima a Commenda e poi nel centro storico di Rende. Nel suo locale sono passati fior di scrittori e intellettuali. Tonino Napoli sapeva unire cucina e cultura come pochi. Recentemente aveva dato fiducia al progetto politico del “Guru” e della lista “Hettaruzzu Hebdo”, candidandosi al consiglio comunale di Cosenza ma senza nutrire ambizioni di elezione. Era un po’ disilluso, Tonino, negli ultimi tempi. Deluso da certa politica (lui che era stato principiano di ferro negli anni di massimo splendore per Rende). Uno solo ancora godeva della sua stima. Era Massimo D’Alema.
p.s. L’ultimo saluto gli verrà dato mercoledì mattina nella chiesa di San Carlo Borromeo, a Rende.
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