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Spaccio di droga a Cosenza, tre condanne

COSENZA Tutti condannati. È il verdetto del Tribunale di Cosenza al termine del processo “Job center”, scaturito dall’inchiesta che il settembre del 2016 sgominò un’organizzazione dedita allo spacc…

Pubblicato il: 13/09/2016 – 14:31
Spaccio di droga a Cosenza, tre condanne

COSENZA Tutti condannati. È il verdetto del Tribunale di Cosenza al termine del processo “Job center”, scaturito dall’inchiesta che il settembre del 2016 sgominò un’organizzazione dedita allo spaccio di droga nella città dei Bruzi e collegata al clan degli Zingari. Sul banco degli imputati i tre che hanno scelto il rito ordinario. Si tratta di Ester Mollo (sposata con il pentito Marco Paura imputato nello stesso procedimento ma nel procedimento con il rito abbreviato) condannata a 7 anni di carcere; di Michele Branca e Francesco Gamba, entrambi condannati a 2 anni di reclusione. Il pubblico ministero, applicato alla Dda in questo dibattimento, Domenico Assumma aveva chiesto la condanna a 13 anni e 4 mesi di reclusione per Ester Mollo; 12 anni per Gamba e di 10 anni e sei mesi per Branca. Il collegio, presieduto dal giudice Enrico Di Dedda, ha condannato Ester Mollo (difesa dall’avvocato Emanuela Capparelli) a 7 anni di reclusione non riconoscendole però il ruolo di promotore dell’organizzazione a differenza di quanto sostenuto dall’accusa. Branca e Gamba (difesi rispettivamente dagli avvocati Aurelio Sicilia e Maurizio Nucci) sono stati condannati per i singoli episodi di spaccio, ma assolti per il reato di associazione a delinquere dedita al narcotraffico. Il Tribunale ha disposto la trasmissione degli atti in Procura per Orlando Perri e il pentito Marco Paura per falsa testimonianza. 

L’INCHIESTA Gli Abbruzzese sono i «signori della droga» nel Cosentino. Così gli inquirenti hanno definito il ruolo della cosca nell’ambito dell’operazione “Job center”, condotta in collaborazione tra la Dda di Catanzaro e la Procura di Cosenza. Gli agenti della squadra mobile hanno eseguito, lo scorso settembre, un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di quattordici persone accusate di avere fatto parte di un’organizzazione criminale dedita al traffico di sostanze stupefacenti e collegata al clan degli zingari. La droga sarebbe arrivata dalla Sibaritide e tutto sarebbe stato diretto dagli Abbruzzese. Si tratta di un’indagine che è iniziata nel 2014. Nel corso dell’attività investigativa sono state sequestrate armi e droga. Dalle indagini è emerso come a capo del gruppo ci fossero Celestino Abbruzzese e Anna Palmieri, ritenuti la “mente” dell’organizzazione, e Marco Paura ed Ester Mollo che rappresentavano il “braccio”, ovvero «il motore organizzativo e operativo del gruppo».
Emblematica un’intercettazione, captata dagli inquirenti, dalla quale emerge l’importanza delle donne. Celestino Abbruzzese – è scritto nel provvedimento firmato dai magistrati della Dda e della Procura di Cosenza – si reca a casa di Paura per acquisire notizie precise su un recente controllo nel quale è incappato Giovanni Aloise (un altro degli arrestati) con conseguente sequestro della droga fornitagli da Paura stesso (circa cinque grammi). Paura e Abbruzzese quantificano i debiti che sia i sodali dell’organizzazione che alcuni clienti hanno contratto nei confronti del sodalizio.

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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