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La mannaia della prescrizione sul processo Fallara bis

REGGIO CALABRIA Rischia il giudizio solo uno dei 14 dirigenti e funzionari del Comune di Reggio Calabria, accusati di aver incassato indebitamente compensi e retribuzioni. A quasi cinque anni dall’…

Pubblicato il: 14/09/2016 – 19:06
La mannaia della prescrizione sul processo Fallara bis

REGGIO CALABRIA Rischia il giudizio solo uno dei 14 dirigenti e funzionari del Comune di Reggio Calabria, accusati di aver incassato indebitamente compensi e retribuzioni. A quasi cinque anni dall’iscrizione sul registro degli indagati, la Procura ha potuto chiedere il rinvio a giudizio solo per l’ingegnere Giuseppe Granata, accusato di aver incassato 206.070 euro tondi di compensi illeciti perché per tutti gli altri gli eventuali illeciti sono già caduti in prescrizione.

PRESCRITTI Nonostante la modifica del capo di imputazione, con cui è stato precisato il periodo in cui i reati sono stati commessi, il pm Sara Amerio è stata costretta a chiedere il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione per l’ex city manager del Comune, Franco Zoccali, (34.137,29 di compensi illeciti contestati), Domenico Gangemi, (20.600 euro tondi), Saverio Putortì (17.461,59 euro), Domenico Macrì, (17.461,59 euro), Egidio Surace (14.261,76 euro), Vincenzo Cuzzola, (13.000 euro), Orazio Palamara (8.298,16 euro), Giancarlo Cutrupi (5.348,16 euro) e l’attuale dirigente dell’avvocatura civica, Fedora Squillaci, (4.071,42 euro).

ATTI IN PROCURA A causa di un difetto di notifica dell’avviso di conclusione indagini, rilevato dai legali Sergio Laganà, Carlo Morace e Ottavio Serranò, per quattro dirigenti ed ex di Palazzo San Giorgio gli atti tornano in procura. Tempo guadagnato per la prescrizione, malignano alcuni, anche se almeno due dei dirigenti “graziati” dalla mancata notifica hanno guai – e contestazioni – ben più gravi a cui pensare, perché entrambi coinvolti nell’inchiesta Reghion. Si tratta di Bruno Fortugno, per anni “signore” del Servizio Idrico integrato, cui i pm contestano un indebito arricchimento di 356.642,34 euro, e Marcello Cammera, cper lungo tempo a capo di settori strategici come Decreto Reggio, Urbanistica, Lavori Pubblici, che gli avrebbero fruttato illeciti compensi per 347.543,41 euro. Insieme a quelli relativi alla loro posizione, tornano in procura gli per Pasquale Crucitti, ingegnere del settore Lavori pubblici, per lungo tempo dirigente del Settore Programmazione e progettazione, cui i pm contestano di essersi indebitamente appropriato di 276.301,82 e per Domenico Basile, funzionario in servizio presso gli uffici tecnici comunali, la procura contesta invece di aver incassato 62.678,66 euro.

L’INCHIESTA Tutti quanti erano chiamati a rispondere a vario titolo di abuso d’ufficio e truffa aggravata perché «nello svolgimento delle loro funzioni o del servizio, in violazione di norme di legge o di regolamento, ed in particolare in violazione del principio dell’onnicomprensività della retribuzione, si procuravano un ingiusto vantaggio patrimoniale». Il trucchetto – hanno scoperto inquirenti e investigatori – era semplice. I rup, responsabili unici del procedimento, nominavano uno staff di supporto per la realizzazione di un’opera o l’affidamento di un servizio, facendosi erogare mandati di pagamento di cui beneficiavano gli stessi dirigenti che avevano predisposto i provvedimenti di liquidazione o i rup stessi.

ALL’ORIGINE DELL’INDAGINE Anomalie messe in evidenza nel lontano settembre 2011 dagli ispettori del Mef, poi chiamati dalla procura a redigere una specifica consulenza tecnica finita al centro del caso Fallara, che ha svelato come per anni il bilancio sia stato confezionato ad arte, nascondendo debiti e millantando attivi, tali da permettere all’amministrazione dell’epoca di spendere, finanziare, acquistare. Un’inchiesta che si è concentrata sulla dirigente, morta suicida in seguito ad una fatale ingestione di acido muriatico, sull’ex sindaco Scopelliti e sui revisori dei conti dell’epoca, per stralciare e rimandare ad altra sede gli approfondimenti sui dirigenti.

CORSA CONTRO IL TEMPO Quelle carte sono finite al centro di un altro fascicolo, per anni trascinatosi di proroga in proroga, di pm e pm, fino ad approdare sulla scrivania del sostituto procuratore Sara Amerio. È toccato a lei riprendere le fila di un’indagine che da lungo tempo si trascinava, anche sfrondandola delle – tante – contestazioni già tecnicamente prescritte. Ma gli sforzi non sono bastati per anticipare la mannaia della prescrizione.

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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