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Fallara, rinviato il processo a Scopelliti

REGGIO CALABRIA Nuovo rinvio per il processo di secondo grado a carico dell’ex sindaco di Reggio ed ex presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti, condannato in primo grado a 6 anni…

Pubblicato il: 15/09/2016 – 12:45
Fallara, rinviato il processo a Scopelliti

REGGIO CALABRIA Nuovo rinvio per il processo di secondo grado a carico dell’ex sindaco di Reggio ed ex presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti, condannato in primo grado a 6 anni per abuso d’ufficio e falso in atto pubblico. Insieme a lui, sono stati condannati a 3 anni e 6 mesi gli ex revisori dei conti del Comune, Carmelo Stracuzzi, Domenico D’Amico e Ruggero Ettore De Medici, accusati solo di falso.
Condanne abnormi per i legali, secondo i quali ai quattro imputati sarebbe stata negata la possibilità di difendersi adeguatamente. Ecco perché – hanno sostenuto nel corso dell’udienza – deve essere la Corte d’appello a valorizzare quegli elementi che il Collegio non avrebbe neanche voluto considerare. Il riferimento è ad esempio, al video dell’ultima conferenza stampa dell’ex potentissima dirigente al Bilancio del Comune di Reggio Calabria, Orsola Fallara, che poco prima di suicidarsi, ha convocato i giornalisti per dire la propria sul rosso nei bilanci comunali che in quei mesi iniziava a venire fuori. Ma per gli avvocati – Aldo Labate e Angelo Giarda, per Scopelliti; Carmelo Chirico, per Ruggero Ettore De Medici; Antonio Sofo e Alberto Panuccio, per D’Amico; Francesco Giuffré e Alberto Panuccio, per Carmelo Stracuzzi – sarà anche necessario ascoltare nuovi testimoni, fra cui i dipendenti comunali incaricati materialmente di redigere i 770, documenti fondamentali per la certificazione del bilancio da parte dei revisori. E in più sindacalisti, tecnici, dipendenti e persino il giornalista Peppe Baldessarro.
Tutte richieste su cui la Corte deciderà il prossimo 17 novembre. In quella data, qualora i giudici accogliessero le istanze difensive, si fisserà il calendario delle audizioni dei testimoni. In alternativa, toccherà al pg Alberto Cianfarini procedere con.le richieste. Nel frattempo, continua a correre l’orologio della prescrizione. Il processo è arrivato in appello ad oltre due anni dalla sentenza di primo grado e – secondo alcuni tecnici – alcune delle contestazioni mosse a Scopelliti sarebbero già state decapitate dalla mannaia della prescrizione. Tutte le altre dovrebbero evaporare entro il 2018. Tempi non lunghissimi, che rischiano di vanificare il lungo lavoro istruttorio che al termine del dibattimento aveva portato ad una sentenza tanto articolata quanto dura.

MOTIVI POLITICI PER I DISASTRI CONTABILI «La dottoressa Fallara – scrivevano i giudici nel motivare le condanne – era lo schermo dietro il quale agiva il sindaco Scopelliti che aveva voluto fortemente la stessa quale dirigente di un settore strategico dandole la possibilità di portare avanti, nel dissenso di buona parte dell’amministrazione, la linea politica da lui perseguita». Un quadro che per il Collegio emergeva in modo chiaro «indizi, gravi, precisi e concordanti» che hanno permesso di ricostruire «una serie di comportamenti reiterati nel tempo, posti in essere in concorso dal sindaco dell’epoca del Comune di Reggio Calabria, dottor Scopelliti, dal dirigente del settore Finanze e tributi, dottoressa Fallara (deceduta), e dai revisori contabili del medesimo comune, dottor De Medici, dottor Stracuzzi e dottor D’Amico, che hanno aggravato la situazione economica dell’ente territoriale, già in serie difficoltà dal 2007, determinando l’approvazione di documenti contabili non veritieri, attraverso una sorta di inesattezze create artatamente dal dirigente delle Finanze con l’avallo di soggetti che per posizione e qualità avevano piena contezza delle preoccupanti dimensioni del fenomeno e che hanno reso pareri falsi e compiacenti».

FALSO SU COMMISSIONE In sintesi, una serie di falsi, realizzati scientemente e coperti per anni abilmente, per una precisa ragione di natura prettamente politica che i giudici non esitano ad indicare «la necessità di ammantare tale condizione non può che essere quella di evitare un irrigidimento dei servizi e un aggravamento delle tassazioni che avrebbe reso impopolare il sindaco del tempo, già al timone dell’ente dal 2002». Per evitare un calo di popolarità che nuove tasse avrebbero determinato, su mandato di Scopelliti – sottolineano i giudici – i conti dell’Ente sono stati alterati, gonfiati, stravolti. Ma tali pratiche non sono state prive di conseguenze, hanno «determinato una grave lacerazione del tessuto socio-economico cittadino, scavando un solco profondo tra i rappresentanti della comunità locale e i componenti di tale comunità, umiliati, defraudati nei loro diritti, privati del dovuto riconoscimento economico».

LA DITTATURA DI ORSOLA Un ritratto devastante di una città messa in ginocchio da pratiche contabili spericolate che la Fallara ha messo in atto su preciso mandato politico. «Questa, che appariva come una donna potentissima che gestiva le sorti del comune di Reggio Calabria, in realtà era una perfetta esecutrice di direttive precise che provenivano dal sindaco Scopelliti, che, tramite lei, ha creato un sistema accentrato su se stesso esautorando di fatto tutti coloro che avrebbero potuto ostacolarlo (cioè i dirigenti non asserviti al suo dominio e gli Assessori che eventualmente avessero voluto svolgere le loro funzioni correttamente). Tale disegno criminoso non si sarebbe potuto realizzare senza il concorso dei revisori contabili, nominati dallo stesso Scopelliti».

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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