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Il "governo ombra" e i sospetti

È possibile fare la cosa giusta gestendola nel modo sbagliato. Lo dimostra la conferenza stampa che i fratelli Greco hanno tenuto a Catanzaro per spiegare le ragioni in forza delle quali ritengono …

Pubblicato il: 15/09/2016 – 18:09
Il "governo ombra" e i sospetti

È possibile fare la cosa giusta gestendola nel modo sbagliato. Lo dimostra la conferenza stampa che i fratelli Greco hanno tenuto a Catanzaro per spiegare le ragioni in forza delle quali ritengono che il loro gruppo imprenditoriale sia destinatario di vessazioni politiche inaccettabili.
Della gestione della conferenza stampa non diremo, riguarda le valutazioni personali degli imprenditori interessati. Diremo, invece, che bene ha fatto Oliverio a chiedere ai Greco di presentare formale denuncia in Procura rispetto alle accuse, da loro formulate, circa una presunta richiesta di un contributo elettorale di 100mila euro a favore della coalizione di centrosinistra, in occasione delle regionali 2014. E diremo anche del punto di rottura che la pubblica denuncia esternata dai fratelli Greco inequivocabilmente comporta. In conferenza stampa sono stati fatti nomi e citati fatti precisi. In un esposto, al quale è seguito un interrogatorio, presentato alla Procura della Repubblica di Catanzaro, vengono indicate anomalie che, se verificate, sono certamente inquietanti. E fa capolino un problema istituzionale e politico che va ben oltre la denuncia dei Greco e la sanità, sul quale è interesse del Pd e del presidente Oliverio fare chiarezza in maniera convincente. Si affollano attorno a Mario Oliverio una serie di figure, alcune ammantate da un regolare incarico di consulenza, altre assolutamente “clandestine”, che oggettivamente svolgono compiti e coprono ruoli usurpati agli organismi istituzionali a ciò deputati: Consiglio e giunta regionale.
Facciamo un esempio che è assolutamente sganciato dai corposi interessi in gioco. La scorsa settimana al ministero della Salute si è tenuta una riunione per notificare la decisione del ministero di investire cospicue somme nel recupero di soggetti affetti da ludopatia. Una scelta forte e per alcuni aspetti rivoluzionaria, posto che include anche il vizio del gioco tra le dipendenze patologiche. Le altre regioni erano rappresentate dall’assessore alla Salute, ovvero dal presidente, oppure da un consigliere regionale, al limite dal direttore generale del dipartimento. Per la Regione Calabria c’era il consulente del presidente, figura assolutamente non istituzionale e che solo la cortesia personale del ministro ha finito con l’accettare. Analoga cosa capita nel settore della Cultura ed è capitata in quello della programmazione. Lo ribadiamo: sarebbe il caso che Oliverio non si affidasse così spesso ai suoi delegati. E comunque c’è da augurarsi che, al termine di questa o di quell’altra riunione, il governatore sia sempre perfettamente informato di quel che succede. 
Volendo alleggerire con l’ironia, potremmo dire che Mario Oliverio, da ex comunista, non ha messo in soffitta la pratica del governo ombra. Ma nel vecchio Pci il governo ombra nasceva come antitesi e alternativa a quello ufficiale seduto a Palazzo Chigi. Si può dar vita a un governo regionale ombra quando si è anche guida del governo regionale ufficiale? Facendolo si legittimano ombre, sospetti ed equivoci.
Ombre, sospetti ed equivoci che ritroviamo pari pari nella denuncia pubblica dei fratelli Greco. Tolleranza zero nel rapporto con la sanità privata. Ben venga, ma allora va prima delimitato il campo ricorrendo a criteri oggettivi: fuori dalle convenzioni chi non paga i dipendenti; fuori chi ha procedure concordatarie; fuori chi non aderisce alle norme antiriciclaggio e sulla trasparenza. E chi resta dentro avrà chiariti i criteri che verranno seguiti per implementare o diminuire posti letto e budget assegnati. Ma se si lasciano i criteri a casa e si fa leva solo sul rapporto personale tra imprenditore e struttura regionale, per giunta mediato da un “consulente”, ecco che ogni ombra, ogni equivoco, ogni sospetto diventa lecito. Non è così? I Greco hanno mentito su tutto il fronte? Bene, entro due giorni devono arrivare le prove del loro mendacio. E devono arrivare ben prima che la “magistratura faccia il suo corso”.

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