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«Nessuna offesa. I cittadini di Cerenzia hanno il diritto di sapere»

Ad oggi non sappiamo se la dottoressa Maria Lacaria abbia fatto meno il medico in vari ambulatori della provincia di Trento e più il sindaco di Cerenzia, in provincia di Crotone, ad oltre mille chi…

Pubblicato il: 15/09/2016 – 14:48
«Nessuna offesa. I cittadini di Cerenzia hanno il diritto di sapere»

Ad oggi non sappiamo se la dottoressa Maria Lacaria abbia fatto meno il medico in vari ambulatori della provincia di Trento e più il sindaco di Cerenzia, in provincia di Crotone, ad oltre mille chilometri. Non lo sappiamo perché non ha finora voluto rispondere in modi normali alle questioni sollevate dal Meet Up di Cerenzia, preferendo riparare in un’incomprensibile e scomposta difesa personalistica, fatta di rigurgiti e veleni verbali verso chi le ha posto delle domande semplici e corrette.
Pertanto si direbbe che Lacaria si sia occupata più a fondo di medicina; pure bene, visti gli apprezzamenti ricevuti dalla stampa di quel pezzo di Nord, in genere non tanto munifico di complimenti.
In quanto al ruolo di responsabilità pubblica della dottoressa Lacaria, sindaco di un Comune al capo opposto dell’Italia, le sue dichiarazioni nel merito rivelano un’incapacità manifesta di mantenere il necessario piano istituzionale. La vicenda in parola è di esclusivo interesse pubblico; vado con ordine.
Gli attivisti locali hanno reso noto che Lacaria fa il medico nel Nord, il che è vero. Il vicesindaco di Cerenzia ha replicato ammettendo il fatto, che a suo avviso sarebbe molto recente e circoscritto nel tempo. Le informazioni riportate da stampa della provincia di Trento smentiscono quelle del vicesindaco. L’apprezzamento per un medico non può esserci, se il medico non sta con certa costanza nel territorio.
È pacifico che un sindaco possa svolgere pure una professione. Il punto, però, riguarda la disponibilità che il sindaco può garantire alla propria comunità e al municipio, dovuta per l’importanza del mandato ricevuto. È ovvio che se uno lavora nei dintorni di Trento non può trovarsi nello stesso momento a Cerenzia. Ecco, il sindaco non ci ha chiarito se e quanto tempo è stato nella provincia di Trento e come, in sua assenza, è stato gestito il Comune di Cerenzia, salve le (non pertinenti) rassicurazioni (altrui) sulla presenza della maggioranza a giunte e consigli.
Le rammentate domande non sono affatto offensive. I cittadini hanno il diritto di sapere se un amministratore pubblico è presente e come ha provveduto o vuol provvedere in caso di assenza oggettivamente impediente, come quella di cui parliamo.
Sul punto il sindaco Lacaria non ha detto nulla, ma è sceso sul personale, insultando i ragazzi del Meet Up e pontificando sulla mia formazione giornalistica e sulla mia legittimazione come deputato. Devo ribattere, in proposito, che la mia elezione non è dovuta soltanto ai voti delle primarie interne on line, ma a una consultazione popolare del 2013 che ha visto il Movimento 5 stelle affermarsi come primo partito alla Camera, risultato – come ricorderà anche la dottoressa Lacaria – poi ignorato dall’allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che non ci conferì l’incarico di formare il governo.
L’altra domanda degli attivisti al sindaco Lacaria interessa l’incarico affidato al marito, divenuto capo dei vigili e dunque di se stesso, in quanto unica risorsa della Polizia municipale. Della necessità di questa nomina – che ai contribuenti di Cerenzia costa 6mila euro in più all’anno – non abbiamo trovato motivazione nel decreto di specie. Anche a riguardo le risposte sono state deboli. Dalla parte del sindaco ci hanno detto soltanto che la stessa decisione è stata assunta pure in passato; il che non ha riferimenti all’obiezione mossa dagli attivisti. Qual è la necessità specifica di questo incarico?
Spero che il primo cittadino di Cerenzia voglia stavolta rispondere, magari senza dilungarsi suoi propri meriti e sopra i demeriti personali che in tutta libertà ha attribuito ai ragazzi del Meet Up e alla sottoscritta. E mi auguro che non torni sulle minacce di querela, perché dimostrerebbe, allora, di non avere argomenti, di spostare l’attenzione di proposito, di non saper dibattere con toni istituzionali e, soprattutto, di non saper fare il sindaco.

*Deputato M5S

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