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«Oliverio mandi via Pacenza»

CATANZARO «Oliverio revochi la delega a Franco Pacenza!». A tuonare, tra le stanze di un noto hotel di Catanzaro, è la voce di Saverio Greco, imprenditore del gruppo “iGreco” che ha interessi nel m…

Pubblicato il: 15/09/2016 – 15:59
«Oliverio mandi via Pacenza»

CATANZARO «Oliverio revochi la delega a Franco Pacenza!». A tuonare, tra le stanze di un noto hotel di Catanzaro, è la voce di Saverio Greco, imprenditore del gruppo “iGreco” che ha interessi nel mondo dell’agricoltura e della sanità in Calabria. L’incontro con la stampa dei vertici del gruppo imprenditoriale è stato infatti incentrato quasi interamente sul ruolo del delegato del governatore alla sanità regionale, che a dire del rappresentante del gruppo è colui che sta materialmente ostacolando l’attività nel campo della sanità che il gruppo intende portare avanti.
Saverio Greco, sostenuto dal fratello Giancarlo, non si risparmia nelle critiche aperte a Pacenza: la goccia che ha fatto traboccare il vaso, a detta di Greco, è stata la presunta ingerenza del delegato nella delibera di revoca dell’accreditamento per alcuni posti letto in una delle cliniche di proprietà del gruppo. Revoca che è arrivata lo scorso 29 agosto, dopo che tre settimane prima, la stessa Asp di Cosenza aveva autorizzato il procedimento sancendo di fatto conclusa positivamente una transazione tra il gruppo e l’Azienda sanitaria grazie alla quale si potevano dare certezze ad una settantina di lavoratori.
Greco è un fiume in piena e nel corso dell’incontro con i giornalisti ripercorre le vicende che hanno portato il gruppo iGreco ad interessarsi di sanità in Calabria. A suo dire, i problemi per il gruppo cominciano quando, con l’idea di integrare in una sola struttura i servizi offerti dalle tre cliniche già gestite, nasce l’ipotesi di costruire un nuovo ospedale, di proprietà privata ma accreditato presso il servizio sanitario regionale, a Rende. Dall’ipotesi imprenditoriale – sostiene Greco – nascono «i nostri problemi, da cui discende l’accanimento mediatico nei nostri confronti. Questa idea ha creato grosse preoccupazioni a qualcuno che forse si è visto sfuggire il potere sul cittadino che va a chiedere un posto dove essere ricoverato. Questa struttura ha fatto sì che si sono mosse forze incredibili contro di noi, dalla politica agli imprenditori».
Ed è proprio alla politica che Greco si rivolge direttamente e senza mezzi termini: «Qualcuno malignamente nei corridoi della Regione Calabria – dice Greco – confessa che la legge urbanistica regionale sia stata fatta apposta per impedirci di fare la nuova struttura: io non ci credo, ovviamente, non siamo così importanti. Anche se quella legge ci sta creando problemi».
Ma i problemi che i Greco denunciano non sono «nati e morti con l’ospedale: siamo stati mediatamente attaccati da tutti, anche dal Movimento 5 Stelle e dalla Nesci sul famoso budget del 2015 che ci è stato assegnato, con l’accusa di aver ricevuto tre milioni di euro in regalo dalla Regione. Quei soldi ci sono stati dati in base ad un accordo sui posti letto per le cerebrolesioni, accordo stipulato l’anno dell’attivazione dei posti e relativo all’anno successivo. Inoltre, il budget avrebbe dovuto essere anche più alto secondo gli accordi».
«Eppure – continua Greco – sui giornali finiscono sempre i Greco, attaccati da un certo “Pazienza” (Pacenza, ndc), che va a dormire la notte con i Greco in testa e si alza al mattino con i Greco in testa, telefonando a tutti gli uffici regionali per bloccare il nostro gruppo, anche se io non lo conosco nemmeno». Accuse gravi, che Greco sostiene di aver già esposto in un colloquio presso la Procura di Cosenza e che a suo dire saranno suffragate dalle dichiarazioni di dipendente e funzionari regionali.
Le dichiarazioni di Greco però non si fermano qui e se possibile sono capaci di andare oltre con una sfida lanciata direttamente ad Oliverio: «Dobbiamo capire se anche noi come tante altre aziende calabresi dobbiamo abbassare la testa. Ma noi non ci piegheremo alla politica così come non ci siamo piegati alla ‘ndrangheta che ha ucciso nostro padre. Noi con la politica vogliamo confrontarci, il tema della sanità è molto delicato nella nostra regione perché gli interessi sono veramente grossi. Noi però dobbiamo capire se Pacenza lavora per sé o per il presidente della Regione Oliverio. Perché in questo secondo caso la cosa diventerebbe ben più importante: noi siamo convinti che tutti questi giri, tutti questi marchingegni, Oliverio non li conosca. Ecco perché a lui chiediamo di ritirare la delega a Pacenza e sbattere fuori dalla Regione questo signore che sta creando fratture enormi nel settore e con i territori. Se così non fosse, però, vuol dire che lui ne è complice e che nella Regione Calabria, soprattutto in sanità, va avanti chi paga un contributo alla politica. Allora sarebbe vero che i Greco non vanno bene perché si sono rifiutati, durante le ultime elezioni regionali, di dare un contributo elettorale di 100mila euro alla forza che ha vinto la competizione. Noi a questa lettura non ci crediamo, certo, quindi le cose sono due: o Oliverio non è d’accordo con Pacenza e quindi deve mandarlo via, oppure è d’accordo con lui. Ma a questo punto che ci si dica chiaramente: “Abbandonate la Calabria, lasciateci da soli perché la Calabria è cosa nostra”».
Su chi abbia chiesto il contributo alla campagna elettorale, Greco è stato evasivo: «Questo è stato oggetto di un mio colloquio con la Procura della Repubblica, che potrebbe finire in un dossier, quindi non posso esprimermi oltre». Salvo poi sottolineare chiaramente: «Io ritengo che il Pd come partito, da questa storia, sia lontano anni luce, così come scindo la posizione di Pacenza da quella di Oliverio».

Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it