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Caso iGreco, la magistraura chiarisca al più presto

Hanno scelto Catanzaro perché è sede del governo regionale e da questa città hanno lanciato un’accusa pesante, che pone più di un problema specie al Partito di maggioranza relativa, il Pd. Due dei …

Pubblicato il: 19/09/2016 – 9:41

Hanno scelto Catanzaro perché è sede del governo regionale e da questa città hanno lanciato un’accusa pesante, che pone più di un problema specie al Partito di maggioranza relativa, il Pd. Due dei sette fratelli Greco, che a Cariati oltre a gestire un’industria agricola che produce olio e vino sono proprietari di una casa di cura specializzata nella riabilitazione, hanno convocato i giornalisti ai quali hanno parlato senza peli sulla lingua: «In Calabria va avanti chi paga o chi si mette a libro paga». L’anatema contro la politica lo ha lanciato l’amministratore delegato della società “iGreco”, Saverio, per come, a suo dire, gestisce la sanità privata, ma non solo per quello. «Ci siamo rifiutati – ha continuato – di dare un contributo elettorale di centomila euro per la campagna del centrosinistra alle elezioni regionali».
Il clima nella sala dell’albergo nel quale è avvenuto l’incontro è divenuto pesante quando Saverio Greco ha aggiunto: «Nostro padre è stato ucciso dalla ‘ndrangheta. Non ci siamo piegati allora, non ci piegheremo ora alla politica».
È evidente che il maggiore dei fratelli Greco abbia parlato sotto una forte spinta emotiva frutto, a suo dire, di conseguenze pesanti per la loro azienda sanitaria in applicazione di provvedimenti adottati dalla Regione, al punto che, rivolgendosi al presidente Oliverio gli ha detto di ritirare la delega alla Sanità a Pacenza ritenendolo responsabile di aver determinato pesanti fratture: «Lo cacci – ha detto Saverio Greco rivolgendosi al presidente della Regione – o anche lei diventerà complice di quanto sta accadendo».
Quale è stato il senso di tanta acredine contro chi regge le sorti della Regione? È stato solo per bloccare talune iniziative interpretate come non favorevoli alla loro impresa? Lo accerterà la Magistratura alla quale la famiglia Greco si sarebbe già rivolta impegnandosi a presentare un dossier a corredo delle pesanti accuse.
Decisa e fulminea la risposta nella quale il presidente Oliverio definisce l’iniziativa «di inaudita gravità e senza precedenti» tacciando come «destituite di fondamento le accuse al delegato alla Sanità e le presunte ingerenze degli uffici della Regione». Secondo Oliverio, inoltre, «le affermazioni dei Greco rappresentano un inaudito tentativo di condizionare il potere politico e amministrativo»; pertanto li ha invitati a «rendere noti al magistrato i nomi di coloro che gli avrebbero chiesto il contributo elettorale di centomila euro». «Siamo noi – ha aggiunto Oliverio – a invocare l’intervento dell’autorità giudiziaria perché non è tollerabile lanciare accuse così gravi e infamanti senza indicare nomi, fatti e circostanze».
Una risposta che allo stato dei fatti ci sta tutta, doverosa per il Governatore della Calabria.
Un po’ debole, invece, quella della segreteria regionale del Pd, scritta probabilmente senza sapere che l’amministratore delegato della società “iGreco” aveva dichiarato che si era già recato negli uffici della Procura della Repubblica di Cosenza. «I Greco smettano i panni dei delatori – diceva il comunicato – e portino nelle giuste sedi istituzionali le loro denunce». Dimenticando che è stato esercitato un diritto nel denunciare ciò che si asserisce sia accaduto, come si fa a sostenere che si sono comportati da delatori? Il delatore è una spia, è colui che, tradendo la fiducia di qualcuno, lo denuncia all’autorità giudiziaria per reati da lui perpetrati. I Greco si sentono di essere vittime almeno fino a quando non sarà provato il contrario. D’altronde di casi di malapolitica sono piene le cronache che riportano episodi di malcostume e corruzione che vanno, da chiunque commessi, condannati ed estirpati.
Il presidente dell’associazione magistrati, Piercamillo Davigo in una dichiarazione ha detto che «prendere i corrotti è difficilissimo perché nessuno li denuncia e perché tutti hanno interesse al silenzio». Ora siamo in presenza di qualcuno che accusa. Si attende che la magistratura concluda le indagini il più in fretta possibile e senza ostacolarne il lavoro. Dopo trarremo le conclusioni.

*giornalista

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