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I precari assediano la Cittadella

CATANZARO Calabria, terra di assistenzialismo: sono 23 mila i percettori di mobilità in deroga nella nostra regione, di questi circa il 40% sono ex lavoratori over 50, tutti richiedono alla Regione…

Pubblicato il: 19/09/2016 – 13:24
I precari assediano la Cittadella

CATANZARO Calabria, terra di assistenzialismo: sono 23 mila i percettori di mobilità in deroga nella nostra regione, di questi circa il 40% sono ex lavoratori over 50, tutti richiedono alla Regione di continuare ad erogare il sostegno mensile. Ma le casse della Regione, sostenute dai fondi europei e ministeriali, boccheggiano. Così i pagamenti arrancano e la protesta è arrivata fino alla cittadella regionale, dove circa 200 persone si sono ritrovate per chiedere risposte all’assessore alle Politiche Sociali Federica Roccisano.
L’iniziale disponibilità dell’assessore ad incontrare tutti i manifestanti nella piazza della cittadella si è scontrata con le urla e gli insulti (anche pesanti), tanto da trasferire la discussione all’interno dell’edificio dove una delegazione di circa 20 manifestanti ha potuto incontrare la Roccisano. Un incontro di oltre un’ora, con botta e risposta, non è riuscito a placare gli animi dei manifestanti, tanto che molti di essi, hanno annunciato l’intenzione di volersi accampare fuori dagli uffici regionali «a tempo indeterminato». Eppure l’assessore Roccisano aveva chiarito, punto per punto, la posizione della Regione: «Sapete bene – ha esordito l’assessore – che la Regione non è vostra avversaria: dall’insediamento del governatore Oliverio, siamo riusciti a sbloccare le situazioni relative ai fondi Pac e a quelli dell’Agenzia per la Coesione, tanto che  siamo riusciti ad arrivare a pagare fino alla metà del 2014 recuperando in parte il grande ritardo che abbiamo trovato». Un impegno di circa 120 milioni di euro, grazie al quale la Regione ha saldato i conti per il 2013 e ha pagato le prime sette mensilità del 2014 per chi percepisce l’assegno da meno di 36 mesi e cinque dello stesso anno per chi lo percepisce da più di 36 mesi: «Il problema – ha proseguito Roccisano – si pone per il 2015 in quanto i vincoli sulla continuità fanno rientrare tra gli aventi diritto solo poche centinaia di lavoratori, così abbiamo chiesto al ministro Poletti di poter aumentare la percentuale di deroga sui 57 milioni di euro disponibili oltre il 5%. Così facendo, potremo concludere i pagamenti per il 2014 e pagare qualche mensilità del 2015».
Risposte che non sono state ritenute convincenti dai dimostranti, molti dei quali hanno evidenziato la situazione d’emergenza in cui versano come chi ha figli minori a carico e non ha – ufficialmente – altre entrate mensili oltre le poche centinaia di euro garantite dal sostegno pubblico. Alla richiesta di politiche passive, però, l’assessore Roccisano ha risposto con i bandi per l’inserimento nel mercato del lavoro, bandi già pubblicati o in via di pubblicazione: «Ci rendiamo conto delle difficoltà, ma stiamo offrendo risposte concrete come i primi tre bandi già pubblicati per l’inclusione nel mercato del lavoro, mentre nella prossima settimana arriveranno i bandi per gli incentivi alle assunzioni. La risposta che intendiamo stimolare è proprio quella relativa all’inserimento nel mercato del lavoro, quindi continuamente puntiamo sulle politiche attive». Quanto ai percettori di mobilità in deroga sopra i 50 anni di età, l’assessore ha spiegato: «La nostra regione ha la particolarità, rispetto alle altre, di aver concesso parecchie proroghe negli anni, tanto che ci sono persone che percepiscono mobilità in deroga dal 2009 e che, per una questione anagrafica, sono diventati meno appetibili per il mercato del lavoro tramutandosi quindi in un costo sociale ingente: a loro, il presidente Oliverio ha inteso dedicare già da luglio scorso, una serie di misure interamente dedicata agli over 50».
E proprio a proposito dei bandi, singolare la protesta sollevata nel corso dell’incontro in merito ai requisiti richiesti per parteciparvi: per alcuni manifestanti, uno scoglio definito «insensato» è il non avere procedimenti penali in corso o precedenti penali. Sul punto, l’assessore Roccisano ha ritenuto necessario fare chiarezza: «La legge è chiara sul punto: nelle politiche attive abbiamo messo in atto sono applicate negli uffici pubblici, quindi tra chi andrà lavorare negli uffici giudiziari, negli archivi dei beni culturali o nelle scuole è ovvio che non possano esserci persone con carichi pendenti. Il vincolo non è previsto per i bandi relativi all’inclusione nelle imprese private dove ci sono imprese che i occupano proprio di inclusione delle persone che hanno avuto problemi con la giustizia».

Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it

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