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Atenei in rete per l'alta formazione

CATANZARO Prosegue in linea con il cronoprogramma il percorso dell’accordo di programma tra Regione Calabria e gli atenei calabresi. Dopo che nello scorso mese di agosto si era dato il via all’iter…

Pubblicato il: 20/09/2016 – 19:17
Atenei in rete per l'alta formazione

CATANZARO Prosegue in linea con il cronoprogramma il percorso dell’accordo di programma tra Regione Calabria e gli atenei calabresi. Dopo che nello scorso mese di agosto si era dato il via all’iter, oggi i rettori Aldo Quattrone (Unicz), Pasquale Catanoso (Unirc), Gino Mirocle Crisci (Unical) e Salvatore Berlingò (Università per Stranieri) hanno sottoscritto assieme al governatore Mario Oliverio il documento sul quale sarà costruita l’intesa sul progetto strategico “CalabriAltaFormazione”. Un passo importante, tanto che da tutti i rettori, quella odierna è stata definita all’unisono una «giornata storica», con Quattrone che ha parlato apertamente di «grande e unica occasione per costruire il futuro dei giovani e dell’innovazione in Calabria. Un esempio di lungimiranza politica».
Il piano nasce dalla sinergia tra alcune linee di intervento contenute all’interno del Por 2014-2020 per un totale di 128 milione di euro a disposizione (oltre alle eventuali ulteriori risorse provenienti da fondi del Patto per la Calabria e fondi Pac) e si pone come obiettivi strategici il potenziamento e l’ammodernamento degli ambienti e delle infrastrutture universitarie dedicate a ricerca e sviluppo, l’incentivazione dello sviluppo di servizi di incubazione e di supporto alla nascita e al consolidamento di spin off e start up innovative e il rafforzamento dei percorsi di specializzazione e dottorato e la mobilità internazionale dei ricercatori.
Le stime sui risultati attesi nel medio periodo parlano di un +8% nel tasso di istruzione universitaria, +20% di giovani ricercatori nel sistema regionale, +15% di aziende che fanno ricerca e sviluppo in collaborazione con un soggetto esterno, +8% di imprese in settori innovativi e +30% di risorse destinate a borse di studio.
La misura, che va a innestarsi in un complesso di piani strategici finalizzati ad incrementare la formazione professionale e la capacità di assorbimento da parte del mondo delle imprese calabresi, prende le mosse dai dati negativi del comparto universitario italiano e calabrese. Come il calo del 30% del numero di immatricolati in Calabria nell’anno accademico 2014-2015 rispetto al 2003-2004. Inoltre, ogni 100 studenti calabresi che nel 2014/15 si sono iscritti in atenei della propria regione, altri 54 si sono iscritti in altri atenei italiani. Inoltre, il dato sull’occupazione nei primi tre anni dalla laurea di studenti di atenei calabresi è sensibilmente minore rispetto alla media nazionale: 57% contro il 68%. A questi dati, si aggiungono gli indicatori nazionali che riferiscono di come le sovvenzioni statali alle università italiane siano in costante calo dal 2009 a questa parte, con una diminuzione ancor più evidente per gli atenei del Sud.
Eppure, su alcune scelte formative degli atenei calabresi rimane qualche perplessità, solo parzialmente fugata dalla conferenza stampa odierna. Ad esempio: l’ateneo di Catanzaro ha appena attivato il corso di Scienze e tecniche di psicologia cognitiva per un totale di 300 posti per il primo anno, mentre per il corso di Sciente e tecnologia delle produzioni animali, nello stesso ateneo, sono attivi solo 75 posti. Questo a fronte di una chiara impostazione all’incentivazione del comparto agroalimentare che la Regione ha inteso intraprendere grazie al Psr 2014-2020, che vedrà investire in Calabria oltre 1.3mld di euro. Scelte strategiche apparentemente contrastanti, così come le motivazioni di Quattrone alla decisione di attivare il nuovo corso di Psicologia: «Ogni anno, circa 600 studenti calabresi che vogliono fare Psicologia sono costretti ad andare via dalla nostra regione, per questo abbiamo deciso di attivare questo corso». Decisione legittima, certo, anche se a ben vedere poco lungimirante perché se il sistema economico calabrese non sarà in grado di assorbire 300 (circa) nuovi psicologi ogni anno, tanti di questi saranno comunque costretti ad andare via dalla nostra regione. La differenza sarà che in Calabria si sono formati, con tutti i costi connessi, ma la nostra regione non potrà comunque avvantaggiarsi economicamente della loro presenza. Ma questa, almeno per ora, è un’altra questione.

Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it

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