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«Nostro padre si è sentito male durante la trasfusione»

COSENZA «Nostro padre durante la trasfusione ha cominciato a tremare e sentire freddo». Toccante la testimonianza resa ai giudici del Tribunale di Cosenza dai figli di Cesare Ruffolo, un pensionato…

Pubblicato il: 20/09/2016 – 12:10
«Nostro padre si è sentito male durante la trasfusione»

COSENZA «Nostro padre durante la trasfusione ha cominciato a tremare e sentire freddo». Toccante la testimonianza resa ai giudici del Tribunale di Cosenza dai figli di Cesare Ruffolo, un pensionato di Rende, deceduto a seguito di una trasfusione effettuata nell’ospedale “Annunziata”. Secondo l’accusa, Ruffolo aveva effettuato una trasfusione con una sacca che poi si è scoperto essere contaminata dal batterio letale serratia marcescens. Sul banco degli imputati che hanno scelto il rito ordinario – già giudicati, invece, quelli che avevano optato per l’abbreviato – ci sono l’ex direttore dell’Unità di immunoematologia dell’Annunziata, Marcello Bossio; il dirigente medico in servizio all’ospedale di San Giovanni in Fiore, Luigi Rizzuto, e Osvaldo Perfetti direttore medico del presidio unico dell'”Annunziata”. Questi ultimi devono rispondere anche delle lesioni causate a Francesco Salvo. Il 37enne, nel giugno del 2013, subì uno shock settico a seguito di una trasfusione di sangue contaminato.
La ripresa del processo “Sangue infetto” ha visto sul banco dei testimoni oltre ai figli di Ruffolo, lo stesso Francesco Salvo. I figli di Ruffolo hanno ricostruito i momenti dolorosi di quel terribile giorno in cui il padre aveva emoglobina molto bassa e sono corsi in ospedale. Durante la trasfusione il pensionato ha cominciato a sentirsi male: tremava, aveva freddo e gli era salita la febbre. Sintomi identici a quelli avuti da Salvo che ha raccontato la sua disavventura – per fortuna finita bene – all’Annunziata. Anche lui si è sentito male mentre stava facendo la trasfusione: tremore e freddo. Sono stati sentiti, poi, anche Lorenzano e Laratta, rispettivamente responsabile e infermiere dell’Avis di San Giovanni in Fiore, e l’infermiera Scarcello in servizio al Centro trasfusionale dell’Annunziata.
I tre hanno spiegato le procedure che riguardano il trasferimento delle sacche e poi l’iter per le trasfusioni. Lorenzano e Laratta, rispondendo alle domande dell’avvocato Francesco Chiaia, hanno specificato che i locali erano puliti e che in tutta la loro esperienza fino a questo momento non avevano mai avuto problemi con le trasfusioni, né mai da Cosenza avevano segnalato lamentele sul servizio. Il processo è stato aggiornato al prossimo 17 novembre.
Nel collegio difensivo ci sono, tra gli altri, gli avvocati Massimiliano Coppa, Paolo Coppa, Luigi Forciniti, Marianna De Lia, Chiara Penna, Francesco Chiaia, Nicola Carratelli, Franz Caruso, Marco Stefano e Gianluca Bilotta.

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it

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