VIBO VALENTIA Quella di Vibo è stata la prima Provincia, in Calabria, a testare gli effetti della riforma Delrio, sarà quindi giocoforza anche la prima ad essere chiamata al rinnovo degli organismi istituzionali per come dispone la legge 56/2014. Essendo stati eletti il 28 settembre 2014, infatti, i consiglieri provinciali vibonesi sono prossimi alla scadenza del mandato e, nella mattinata di giovedì, hanno preso parte all’ultimo Consiglio prima del rinnovo dell’assise, che avverrà attraverso le elezioni di secondo livello che si terranno il prossimo 1 dicembre. A stabilirlo, con decreto, il presidente della Provincia di Vibo, Andrea Niglia, il cui mandato, secondo la legge, è invece destinato a durare fino al 2018.
La riforma Delrio prevede che i componenti del consiglio provinciale vengano scelti non più dai cittadini ma dagli amministratori, ovvero sindaci e consiglieri comunali di maggioranza e opposizione eletti nei Comuni ricadenti nel territorio della provincia. Gli aventi diritto, tra le 8 e le 20 del prossimo 1 dicembre, esprimeranno dunque un voto ciascuno (su schede di sei fasce e colori diversi) che avrà “peso” in proporzione al numero degli abitanti del relativo Comune.
Nel 2014 furono tre i candidati a contendersi la carica di presidente. Il Pd locale, allora in prevalenza cuperliano, candidò a presidente Sergio Rizzo, all’epoca sindaco di Maierato; l’area “renziana” del Pd (all’epoca minoranza del partito vibonese) aveva proposto in accordo con Forza Italia la candidatura di Andrea Niglia, sostenuto anche da Fratelli d’Italia e da una parte dell’Ncd e risultato poi vincitore; l’Ncd ufficiale, invece, sostenne insieme all’Udc la candidatura di Giuseppe Raffele, all’epoca consigliere di minoranza al Comune di Serra San Bruno.
Nella seduta di giovedì mattina il consiglio provinciale in scadenza di mandato ha proceduto alla convalida dei due consiglieri del Comune di Nicotera (Giuseppe Arfuso e Federico Polito, non presenti in aula), che subentrano ai due “colleghi” provenienti dal consiglio comunale di Tropea (Giovanni Macrì e Antonio Bretti), di recente sciolto per infiltrazioni mafiose.
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