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Ingorgo sanitario a Caloveto

COSENZA Caloveto, un piccolo centro dello Jonio cosentino, è diventato il centro di un gigantesco ingorgo sanitario. La Rsa che, per anni, ha offerto assistenza e posti di lavoro adesso è chiusa. U…

Pubblicato il: 23/09/2016 – 10:51
Ingorgo sanitario a Caloveto

COSENZA Caloveto, un piccolo centro dello Jonio cosentino, è diventato il centro di un gigantesco ingorgo sanitario. La Rsa che, per anni, ha offerto assistenza e posti di lavoro adesso è chiusa. Un gruppo di imprenditori considera di sua proprietà l’accreditamento legato a quella struttura sanitaria. Che, nell’ultima formulazione dell’offerta sanitaria stilata dall’Asp di Cosenza è stata cancellata con un tratto di penna. Non c’è più. E, fino a questo momento, non ci sono atti ufficiali prodotti dalla Regione che spieghino i motivi di questa scomparsa. Scomparsa alla quale è legato il futuro di 70 lavoratori della Madonna della Catena. I proprietari della clinica di Dipingano – il gruppo iGreco – avevano “scambiato” l’accreditamento di Caloveto con 53 nuovi posti letto necessari a mantenere i livelli occupazionali della clinica. Venuta meno quella Rsa, spariscono i nuovi posti e, potenzialmente, i 70 dipendenti in esubero.

UNA SETTIMANA AD ALTA TENSIONE La matematica della sanità privata non è molto flessibile, la politica e la burocrazia sì. Cosa è successo tra il primo Piano attuativo dell’Asp (quello scritto dopo l’intesa siglata tra il gruppo iGreco e il direttore generale Raffaele Mauro) e il secondo documento (nel quale spariscono la Rsa di Caloveto e i 53 posti letto)? Non ci sono ancora documenti ufficiali a spiegare in maniera compiuta il passo indietro del manager cosentino. Solo indicazioni generiche, arrivate nel corso dell’incontro in prefettura di martedì scorso. Il management dell’Asp ha spiegato che il decreto che depenna i 53 posti letto è arrivato «dopo la consultazione di documenti su Caloveto che, prima, non erano in possesso dell’Azienda». Queste nuove carte non sono ancora state portate in emersione. Non se ne fa cenno neppure nella determina che ha annullato tutto facendo esplodere la rabbia della famiglia Greco. Intanto Mauro ha rimandato tutto alla stesura di un parere da parte del dipartimento Tutela della Salute. Parere che arriverà nella prossima settimana. Inevitabilmente, saranno giorni ad alta tensione per i lavoratori della Madonna della Catena. Intanto, paradossi e mosse apparentemente contraddittorie si inseguono nel panorama della sanità calabrese.

IL «PRIUS LOGICO» La questione è ingarbugliata sotto il profilo burocratico. E pure sotto quello della semantica. Dopo il dietrofront del direttore generale dell’Asp Raffaele Mauro gli occhi sono puntati su Massimo Scura e Andrea Urbani. I due, nella nota in cui stigmatizzano il comportamento del dg (ne abbiamo scritto qui), spiegano che la delibera dell’Azienda sanitaria che ha dato il via alla trasformazione dei posti letto è il «prius logico» del decreto 77, l’atto ancora in vigore che conferma l’assegnazione delle “nuove specialità” alla Madonna della Catena. La domanda che circola è piuttosto chiara (e anche senza risposta, per il momento): venuto meno il suo pressupposto logico, che fine farà il decreto? Sarà annullato oppure resterà in piedi? Tutti aspettano con ansia la risposta, specialmente i lavoratori.



L’ALTERNATIVA DEI LAVORATORI Che, per la verità, hanno anche proposto una soluzione alternativa al tavolo della prefettura. L’idea si poggia sulla possibilità di riattivare una vecchia estensione dei posti letto per Madonna della Catena. Un progetto approvato anni fa e poi stoppato per via del Piano di rientro, che ha messo un freno agli accreditamenti. La vecchia proprietà della clinica aveva ottenuto l’autorizzazione per ampliare la propria offerta sanitaria. Autorizzazione congelata dai commissari dell’epoca: questo passaggio avrebbe già messo a rischio una parte dei posti di lavoro, ma il gruppo iGreco – che nel frattempo aveva rilevato la struttura sanitaria – aveva deciso di mantenere tutti in servizio in attesa che quella pratica si sbloccasse (o che arrivasse la trasformazione, poi bloccata, dei posti letto di Caloveto). L’impasse di oggi, però, cambia le carte in tavola.

COSA FA IL DIPARTIMENTO In mezzo a contendenti dagli animi piuttosto esasperati c’è il dipartimento Tutela della Salute. Che, proprio nei giorni scorsi ha firmato un atto che, avendo a sua volta come presupposto il decreto 77 (quello con i 53 posti per la clinica de iGreco), permette alle strutture accreditare con quel documento di autocertificare i propri requisiti entro il 15 dicembre. Il primo termine era stato fissato al 15 settembre: la proroga è dovuta alle sensate proteste dell’Aiop per la ristrettezza dei tempi ma, ancora una volta, si pone una questione politica. Riccardo Fatarella, dg del dipartimento Tutela della Salute ha sottoscritto questo atto che, in qualche modo, nasce proprio dal decreto (il numero 77) fondato su presupposti che non ci sono più (la prima delibera di Mauro). È come se il dipartimento giocasse due ruoli allo stesso tavolo: da una parte sostiene il passo indietro del “suo” direttore generale, dall’altra lo nega concedendo la proroga. Oliverio e i Greco si rivolgono alle Procure, Franco Pacenza – il consulente del governatore per le questioni sanitarie – minaccia querele, i manager dell’Asp si scontrano con la rabbia dei lavoratori e il dg del dipartimento “condivide” l’operato dei commissari, come se lo stop di Mauro non esistesse. Sono proprio complicate le questioni della sanità calabrese. Come un ingorgo alla disperata ricerca di un vigile che lo sbrogli.

Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it

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