VIBO VALENTIA Nessun danno, nessuno si è fatto male, ma di certo c’è stata tanta paura nella mattinata di oggi, sia a Vibo che in provincia. Paura e impreparazione. La scossa che l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha registrato alle 9,24 si è attestata poco sopra il terzo grado della scala Richter, ma il fatto che il sisma sia avvenuto a sei chilometri di profondità ha fatto sì che gli effetti siano stati avvertiti distintamente non solo nei Comuni più vicini, Francica e San Gregorio d’Ippona, ma soprattutto nel capoluogo, e in misura minore anche nell’entroterra.
Quei pochi ma interminabili secondi di paura hanno fatto registrare proprio a Vibo la situazione più confusionaria: scuole evacuate, tanta gente in strada, traffico in tilt, città paralizzata. E se da un lato moltissimi docenti sono stati bravi a gestire il momento, forse lo stesso non può dirsi dell’amministrazione comunale. Non tanto perché a Palazzo Razza si sono prodotti in una doppietta di ordinanze – una prima ha disposto la chiusura per oggi e domani delle scuole e di tutti gli edifici pubblici, una seconda (probabilmente dopo qualche richiamo della Prefettura) rettificava limitandosi solo alle scuole – non proprio rassicurante sulla funzionalità e sull’efficienza della macchina delle emergenze. Quanto, soprattutto, per un paradosso che a queste latitudini rischia quasi di passare inosservato: uno dei primi luoghi individuati nei Piani comunali per far raccogliere le persone in caso di emergenza è proprio piazza Martiri d’Ungheria, sui cui lati opposti sorgono la scuola elementare don Bosco e il municipio, mentre su un altro lato c’è anche l’Istituto commerciale. Tutto normale, se non fosse che questa piazza è stata adibita a parcheggio per le auto proprio dall’attuale amministrazione comunale guidata da Elio Costa. Il che ha contribuito non poco al caos che si è creato questa mattina nel centro di Vibo.
«La città è andata in tilt. Piazza Municipio – ha scritto su Fb Giovanni Russo, capogruppo del Pd – che è un’area di ammassamento (area destinata alla fuga degli scolari in caso di eventi sismici) nel piano di emergenza ormai datato, l’attuale amministrazione ha pensato bene ad adibirla a parcheggio, creando evidente intralcio ai ragazzi che giustamente sono usciti fuori dagli edifici. Nessuna polemica, ma ritengo – conclude Russo – ci voglia una maggiore attenzione rispetto a determinate tematiche. Bene ha fatto Antonio Lo Schiavo a proporre un Odg specifico nel prossimo consiglio. Spero ne esca una discussione costruttiva».
A onor del vero va segnalata anche l’iniziativa resa nota proprio ieri dal sindaco Costa e dall’assessore comunale Lorenzo Lombardo: una ricognizione sullo stato di salute di tutti gli edifici adibiti a scuole comunali sul territorio. E va anche detto che la competenza sugli edifici scolastici non è solo del Comune ma anche, per le “superiori”, della disastrata e costantemente assente Provincia, a cui lo stesso Comune suggerisce nella seconda ordinanza di «disporre le opportune verifiche» approfittando della chiusura di sabato 24.
Quella delle scuole è certamente la situazione più urgente (qui la recente denuncia di un genitore). Ma tra interventi che non saranno certo risolutivi – per ora si parla, fuori dal burocratese, di sopralluoghi – e rimpalli di responsabilità, la gestione di questa mattinata di ordinaria paura si è rivelata tutt’altro che rassicurante.
Sergio Pelaia
s.pelaia@corrierecal.it
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