LAMEZIA TERME «Ci sono vite distrutte. In questa vicenda non si parla solo di denaro sparito nel nulla ma di anni di lavoro e risparmi, di famiglie sull’orlo del baratro». L’eco della vicenda di banca Fideuram a Lamezia Terme si sta espandendo a macchia d’olio. Chi ci raggiunge al telefono è un cliente, tra i tanti, che da un giorno a l’altro ha saputo di non avere più soldi sul proprio conto. La scoperta è avvenuta per caso: una coppia che stava divorziando ha contattato il numero verde della banca per avere informazioni sullo stato del patrimonio che andava diviso. Ma dal call center di Fideuram è arrivata una doccia gelata: il conto era a zero. A questo punto la coppia ha deciso di rivolgersi al proprio consulente finanziario, V.T., colui che gestiva i soldi, gli investimenti e che illustrava loro i prospetti della situazione patrimoniale. Il consulente, a quanto pare, avrebbe dato alla coppia un appuntamento ma senza presentarsi. A questo punto la notizia ha cominciato a correrei bocca in bocca tra i clienti della filiale di via Loriedo che immediatamente si sono recati in banca. «Quando sono cominciate le ricerche di V.T. – racconta il cliente –, era irraggiungibile». Giovedì, alcuni risparmiatori che lo conoscevano personalmente e che sapevano dove abita, hanno deciso di recarsi a casa sua e qui hanno trovato porte spalancate e la Finanza al lavoro. Era accaduto che negli uffici delle Fiamme gialle di Lamezia Terme, coordinati dal colonnello Fabio Bianco, si fosse presentato un numero preoccupante di risparmiatori, tutti con lo stesso problema. A questo punto i militari sono partiti sia alla volta dell’abitazione del promotore finanziario, inizialmente irrintracciabile, che della banca». Altre denunce sono state sporte direttamente in Procura dove lo stesso procuratore facente funzione, Luigi Maffia, ha gestito la pratica.
ANNI DI INVESTIMENTI Ma il cliente non si capacita di come sia potuto accadere: «Da oltre 20 anni sono cliente Fideuram, avevo un rapporto fiduciario con V.T. che fa il private banker (consulente economico finanziario, nda) per conto della filiale di Lamezia Terme, in via Loriedo. Com’è possibile che in 20 anni la banca non abbia controllato l’operato di questa persona? Per anni abbiamo affidato i nostri risparmi, abbiamo investito in fondi di investimento, fondi pensione, fondi obbligazionari. Periodicamente il consulente ci mostrava i prospetti della nostra situazione patrimoniale. Tutto marchiato Fideuram. A noi sembravano autentici». Adesso, però, i clienti hanno il dente avvelenato:«Possibile che non ci siano stati controlli? Un’ispezione? Nessuno si è mai interposto tra i clienti e il consulente? Questa è mancanza di serietà». Le sventure si sommano, passano di bocca in bocca. C’è chi aveva venduto la casa con la prospettiva di accrescere il patrimonio e comprarne una nuova. Oggi non hanno né casa né soldi. C’è chi aveva versato l’eredità dei genitori. C’è chi, fino a lunedì scorso, dormiva sonni tranquilli, convinto di avere un buon “ammortizzatore patrimoniale” in caso di imprevisti e oggi si trova scoperto. C’è chi ha fatto redigere lo storico dei propri movimenti e sei è accorto che il primo ammanco risale al 2006. Ad altri sarebbero stati prospettati tassi del 6-8% e lauti guadagni. I prospetti di questi investimenti, ci raccontano, venivano stampati su fogli con riferimento Fideuram sui quali risultava la cifra iniziale e il guadagno. C’è chi è tornato a casa soddisfatto del gruzzolo messo da parte e ha scoperto di possedere meno di 10 euro. E poi ci sono coloro che, in alcuni casi, hanno portato denaro in contanti, avendone in cambio una ricevuta. Ma quel denaro non sarebbe mai stato contabilizzato nel sistema informatico. Documentare gli investimenti e i relativi ammanchi si prospetta, in questo caso, difficile e foriero di un lungo iter giuridico e burocratico.
«La banca ci ha rassicurati che risponderà dell’operato del private banker – racconta con un sospiro il cliente – e comunque da lunedì dovrebbero arrivare funzionari dalla sede centrale». Da parte sua, Fideuram ha denunciato il promotore ma i clienti scalpitano e chiedono maggiori delucidazioni su quanto accaduto e già nella prossima settimana il legale della banca incontrerà gli avvocati dei risparmiatori, i quali si stanno organizzando, mentre le denunce si moltiplicano. «Io ho potuto constatare almeno 50 denunce», racconta il cliente, ma V.T., a quanto pare, aveva un portafoglio clienti di circa 150 persone. Per accertare quanto è avvenuto, e le reali responsabilità in questa vicenda, la Guardia di finanza e la Procura di Lamezia Terme, stanno indagando nel più stretto riserbo. Secondo indiscrezioni, l’uomo è stato sentito venerdì negli uffici della Finanza alla presenza del pm. Intanto l’agitazione dei clienti senza risparmi cresce. «Tutti si stanno muovendo con un proprio legale», raccontano al telefono. La situazione non è facile. Facendo i conti della serva, i clienti hanno ipotizzato un ammanco di almeno 4 milioni di euro. Ma anche questi sono dati che gli inquirenti dovranno accertare.
«A Lamezia – raccontano al Corriere della Calabria – oggi vedrà parecchie facce tristi».
Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it
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