COSENZA «Quanto sta accadendo in queste ore alla Provincia di Cosenza viola tutte le norme sulla pubblica amministrazione, la legge numero 56 del 2014 e i principi etici e di imparzialità degli enti pubblici e locali. Graziano Di Natale si è autoproclamato Presidente, pur provenendo dalla lista arrivata ultima alle elezioni, in contrapposizione a quella elementare norma che assegna il controllo delle Istituzioni a chi vince le elezioni». Per il consigliere provinciale Franco Bruno «è questo il primo, gravissimo vulnus inferto alla credibilità istituzionale con la complicità di un Segretario facente funzioni che ha dimostrato acquiescenza rispetto al potere regionale. Non a caso quel verbale di insediamento riporta, come parere della presidenza del Consiglio dei ministri, il semplice intervento di un sottosegretario del Pd».
Bruno, che era stato nominato vice da Occhiuto dopo la sua decadenza da sindaco di Cosenza, non apprezza le prime mosse del neopresidente: «Siamo al dispotismo non illuminato, governato da un club di avventori che vogliono semplicemente accaparrarsi il potere, ad ogni costo. Dipendenti vengono sottoposti a stalking, dirigenti con contratti vigenti sono stati licenziati in barba alla legge, e il costo per il risarcimento sarà sostenuto dallo stesso Segretario e dai burocrati complici. La legge numero 56 è stata calpestata, poiché prima si è privato ingiustamente al presidente Occhiuto (che era regolarmente in carica) di procedere con la mia nomina, poi si è ritenuto (non dai giudici) che Di Nardo, regolarmente eletto, non fosse in carica».
«Io sono certo – continua Bruno – che il Consiglio di Stato riporterà Mario Occhiuto laddove gli elettori di secondo livello lo hanno voluto e, in subordine, sancirà che Di Natale sia un abusivo e non abbia alcun titolo per indire elezioni e fare il piccolo dittatore. Lo stesso Di Natale che propose la norma dello Statuto che prevede la possibilità di recupero nelle funzioni del Presidente decaduto e rieletto. Lo fece perché stava tramando per far sciogliere il Consiglio comunale di Paola e non voleva perdere lo scranno. Il Pd la pensava così al punto che il suo difensore di punta, Oreste Morcavallo, ha patrocinato per conto del partito il Consigliere Lucisano. Siamo al parossismo, ma non consentiremo a Di Natale di creare danni alla pubblica amministrazione con atteggiamenti intrisi di revanscismo e telecomandati da squallidi personaggi».
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