Catanzaro, condannato a 3 anni e 4 mesi per un cavallo di ritorno

CATANZARO Cosimo Damiano Passalacqua, 19 anni, è stato condannato per estorsione a tre anni e quattro mesi di reclusione e al pagamento di 1.000 euro di multa. La condanna per il giovane rom arriva dopo l’arresto, in flagranza di reato, avvenuto lo scorso aprile. Sembrerebbe la solita storia: furto d’auto con richiesta di riscatto, il classico cavallo di ritorno. Ma la vicenda di Passalacqua presenta qualche spunto narrativo in più. Ad aprile, al signor D.C., viene rubata l’auto, un’Alfa 147, a Catanzaro Lido. La vittima del furto sporge subito denuncia ai carabinieri di Marcellinara, dove risiede. Poco tempo dopo l’uomo viene avvicinato da un giovane che propone il riscatto: 1.500 euro per la restituzione del mezzo. In caso contrario, è la minaccia, la macchina sarebbe stata smontata e portata a Lamezia Terme. D.C., però non si piega e torna a chiedere aiuto ai carabinieri. Così, all’appuntamento per il pagamento del riscatto si presentano in due, la vittima e un militare in borghese. Il giovane Passalacqua sale in macchina con loro per condurli a recuperare l’auto in via Isonzo. È a questo punto che il carabiniere si qualifica e arresta il 19enne. Nel corso della direttissima il giudice Tiziana Macrì aveva convalidato l’arresto e sottoposto Passalacqua all’obbligo di firma. Martedì lo stesso giudice ha condannato il giovane a tre anni e quattro mesi di reclusione. Il cavallo di ritorno, in questo caso, si è trasformato in un boomerang.

Alessia Truzzolillo
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