CATANZARO La sconfitta casalinga contro il Messina rischia di lasciare seri strascichi in seno al Catanzaro, tanto dal punto di vista tecnico quanto in seno alla società giallorossa. Che ci sia una profonda frattura tra una parte della tifoseria e la proprietà della squadra è ormai innegabile: già nei giorni scorsi la città era stata tappezzata di manifesti inequivocabili contro il presidente Giuseppe Cosentino. Domenica scorsa, però, al termine della gara persa contro i peloritani, un altro episodio ha marcato, con maggiore veemenza, le distanze: la figlia del presidente Cosentino, Gessica (che è anche vicepresidente della società, ndr), si è rivolta alla tifoseria giallorossa con un gestaccio.
Un doppio “dito medio” rivolto ad una frangia di tifosi che, secondo la ricostruzione affidata dalla società a un comunicato stampa, «la hanno aggredita verbalmente, investendola rabbiosamente con frasi irripetibili di chiara natura sessista, rivolte a lei stessa e alle sue familiari».
Una reazione d’istinto, certo, ma pur sempre una caduta di stile maturata – questo è certo – al culmine di un periodo particolarmente difficile per la società giallorossa. Cinque sconfitte in sei gare disputate, tra le quali quelle interne, sentitissime dalla tifoseria, contro il Cosenza e proprio contro il Messina; dall’inizio della stagione sono già tre gli allenatori che si sono alternati sulla panchina giallorossa (Erra, Spader e ora Somma) e già qualcuno insinua di contatti con un nuovo staff tecnico guidato da Valerio Bertotto; le dimissioni dello staff atletico e una campagna acquisti che ha lasciato più di qualche dubbio sulle reali capacità del direttore sportivo Antonello Preiti: insomma, la stagione 2016-17 per il Catanzaro è cominciata come peggio non si poteva immaginare e risalire la china diventa ogni giorno più difficile.
Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it
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