COSENZA «Crediamo che questo sia un tassello di un’attività ancora più complessa. Dove il traffico di droga la fa da padrone». Così il procuratore capo di Castrovillari Eugenio Facciolla ha commentato l’operazione “Polyhedron” con la quale è stata sgominata una banda dedita al traffico di armi e droga, ma anche a ricettazioni, furti. A gestire il sodalizio c’era Cosimo Donato, in carcere per l’omicidio del piccolo Cocò Campolongo. A comandare la gang in sua assenza era subentrata la moglie Vittoria Bellusci, che è finita in carcere. Nell’operazione sono state arrestate dieci persone (sette in carcere e tre ai domiciliari). Delle sette misure cautelari in carcere ne sono state eseguite solo cinque perché una è stata notificata in carcere a Cosimo Donato e l’altra non è stata eseguita perché il destinatario, Salvatore Donato, è allo stato irreperibile. In totale ci sono diciotto persone indagate (compresi gli arrestati) e tre minori. In carcere sono finiti: Vittoria Bellusci; Angelo Bellusci, Mirco Bruno, Cosimo Donato (già recluso) Pasqualina Pellegrini e Francesco Donato. Ai domiciliari sono finiti Francesco Pellegrini, Sandro Cofone, Alessio Carmine Tundis.
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I componenti della gang tra di loro parlavano in dialetto albanese e questo ha reso più difficili le indagini. Infatti, è stato fondamentale il coinvolgimento di carabinieri della zona che conoscevano la lingua e anche di interpreti. «Questa indagine – ha detto Facciolla – è in uno dei tronconi dell’inchiesta che è scaturita dal triplice omicidio di Cassano allo Jonio tra cui quello del piccolo Cocò. Dall’attività investigativa emerge che lo spaccio di droga in queste zone è imponente. Ringrazio il colonnello Ottaviani e l’Arma dei carabinieri». Perciò è necessario avere organici meno precari, secondo il magistrato. «Permettetemi – ha aggiunto il procuratore – che sottolinei la collaborazione delle forze dell’ordine perché continuiamo a lavorare con uffici giudiziari ridotti all’osso. Alcune delle persone coinvolte sono già note e conosciute nel mercato e vendita dello stupefacente. È emerso ancora una volta il ruolo delle donne, in particolare della moglie di Cosimo Donato. Agli arrestati viene contestata principalmente l’associazione a delinquere. Nel corso delle indagini sono state sequestrate alcune armi». Questa nuova organizzazione operava con il tacito consenso della cosca attiva sul territorio. Ma su questo gli inquirenti non hanno aggiunto molto perché «si tratta di indagini in corso anche da parte della distrettuale».
(Sandro Cofone, Francesco Pellegrini, Pasqualina Pellegrini e Mirko Bruno)
(Cosimo Donato, Francesco Donato e Vittoria Bellusci)
Il colonnello Ottaviani ha sottolineato «la massima disponibilità nel sopperire le carenze degli uffici giudiziari».
Il maggiore Antonio Leotta di Castrovillari ha specificato il ruolo di Vittoria Bellusci, moglie di Cosimo Donato: «È stata attenzionata dai carabinieri nelle sue attività di spaccio dello stupefacente e anche dello smercio di banconote false. Attività che gestiva la gang in assenza del marito e dai colloqui in carcere è emerso che lei faceva anche da tramite tra il marito e l’organizzazione. Donato era in possesso anche di diverse armi che sono state sequestrate».
Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it
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